martedì 6 agosto 2013

Tempu d'agnuniati

Il periodo di prova, generalmente sei mesi, vale per tutte le attività lavorative.
Siamo a oltre un anno dalle elezioni comunali, pertanto abbondantemente oltre tale fase, e credo sia utile effettuare alcune valutazioni sull’odierna Amministrazione.
Valutazioni che hanno pochi precedenti in questi ultimi dodici mesi.
Nel senso, per chiarire, che rari sono i casi in cui qualcuno ha esternato giudizi pubblici, sull’operato del Nuovo Corso raffadalese.
Un dato preoccupante.

Nelle primissime fasi del post elezioni veniva composta la Giunta e votata la Presidenza del Consiglio Comunale.
A tutti è stato chiaro che l’allora MPA, terzo partito in assoluto, aveva sbancato.
Un Vicesindaco ed un Presidente del Consiglio a fronte del solo Sindaco (tra l’altro direttamente eletto) in quota PD, e dei rappresentanti di FLI e dei Comunisti Italiani.
L’arrivo di Pedalino in Giunta, oggi come ieri, non è da ascriversi in capo al PD ma, come ben noto nei salotti cittadini, ad un accordo pre-elettorale, di prestabilita durata e prossimo a scadenza, che è stato prontamente rispettato.
Questa , quindi, la squadra di governo messa in campo.
A questa squadra si arriva dopo una campagna elettorale in cui la presenza di due schieramenti aggiuntivi (Nino Vizzì e Angelo Salemi) è stata determinante per il risultato finale.
Scrissi all’epoca, e ribadisco ancor più convinto oggi, che la nuova legge elettorale forniva una importantissima leva al nuovo Sindaco (all’epoca non si era ancora votato) legata alla suddivisione in tre periodi dei tempi amministrativi, in funzione della possibilità di sfiduciare il Primo Cittadino da parte del Consiglio Comunale.
La legge infatti prevede che per i primi 24 mesi del mandato non sia possibile sfiduciare il Sindaco, il quale è soggetto a tale rischio nei successivi 2 anni e mezzo per poi esserne al riparo negli ultimi 180 giorni.
Una tale possibilità sfruttata in pieno, ed in accordo con gli Alleati, avrebbe permesso dapprima di individuare e poi di attingere, con il fine dichiarato di presentare e formare una nuova classe dirigente (in ossequio alle parole utilizzate da Giacomo di Benedetto nel comizio di chiusura), fra le migliori risorse del Paese.
Così non è stato.
Ma non vorrei essere frainteso.
Non si tratta di dare un giudizio, al momento, sui componenti della Giunta.
Si tratta di una valutazione di ordine politico in relazione alle scelte ed alle facoltà del Sindaco e degli Alleati.
È evidente che nessuno dei componenti presenti nella Giunta è stato direttamente scelto dal nuovo Sindaco e questo rappresenta una grande singolarità, soprattutto in relazione alle precedenti amministrazioni.
Ed è evidente perché le personalità poste a governare Raffadali non rappresentano delle discontinuità con il decennio appena trascorso provenendo, in alcuni casi, dalla precedente governance e in altri dall’area dell’inazione, dall’essere rimasti “agnuniati”, in un periodo in cui il solo “volerci mettere la faccia” era equivalente a una medaglia a valor civile.
L’altra scelta determinante nella composizione della Giunta, è stata quella di assegnare un componente (nel tempo) ai partiti che pur facendo parte del cartello elettorale vincente non erano riusciti ad eleggere dei rappresentanti in seno al Consiglio Comunale.
Tali partiti/liste sono: UDC, Comunisti Italiani e Società Civile Raffadalese.
La legge elettorale aveva apportato, inoltre, alcune novità in ordine alla composizione della Giunta (50% donne) ed alla possibilità che i consiglieri potessero ricoprire il duplice ruolo di assessore/consigliere. Infine la Giunta poteva raggiungere il numero massimo di 5 componenti (4 assessori più il Sindaco).
La prima sfida affrontata dalla nuova Amministrazione è stata l’Estate Raffadalese.

In tempi ristrettissimi, in termini di risorse e tempo, si riesce a mettere in piedi una organizzazione per le Colonie (le ricordate?) ed un manifesto di eventi.
Qui scoppia la prima polemica.
Esercenti allocati in Piazza Progresso, divenuto per la chiusura del Villaggio della Gioventù unico luogo frequentato dai raffadalesi d’estate, dichiarano guerra perché con il calendario degli eventi previsti in quel di contrada Beddie, verrebbero svantaggiati.
Di per sé la questione non è secondaria ed appare legittima, se non fosse che - a parte alcune storiche attività - il proliferare delle nascite di nuove punti commerciali nelle aree che si affacciano su Piazza Progresso fosse stato conseguente, proprio, alla chiusura del Villaggio della Gioventù e alla presenza del palco per la programmazione estiva in prossimità du “Chianu Casteddu”.
Un corto circuito insomma.
L’aver tenuto chiusa una struttura che storicamente, eccetto gli ultimi 10 anni, è stato il centro estivo del Paese e l’aver individuato un’altra area, Piazza Progresso, come sua cronica succedanea aveva quindi prodotto una distorsione.
Distorsione figlia dell’approssimazione di chi ci ha governato nel recente passato (per i benpensanti).
Proprio i Maggiorenti delle passate Amministrazioni risultavano (lo risultano tutt’oggi) latitanti nelle dichiarazioni a mezzo stampa che si occupano della questione.

In quei primi quattro mesi era successo anche qualcos’altro.
C’erano state le elezioni regionali, il PD e l’MPA non erano più alleati, vinceva Crocetta.
A livello cittadino il PD arriva a 1.543 voti (1.213 riportano il nome del Sindaco), sparisce l’MPA (ora Partito dei Siciliani) con 389 voti, tengono FLI ed il PDL, le performance dei 5Stelle non ricalcano i numeri di altri luoghi.
Sebbene vi sia una nuova maggioranza a Palermo (che include l’UDC) a Raffadali nulla muta.
Vi è l’incombenza dell’approvazione del Bilancio.
Si avvicina un inverno con intese precipitazioni che genererà (basta farsi un giro in auto) numerose “tremule”.
Le cifre segnalano – invece – la presenza di un buco, una voragine, di 3-4 milioni di euro.
Viene affrontata la questione A&G, facendo valere l’opzione al termine dei tre anni.
Si mette mano alla macchina comunale attraverso l’organizzazione dei settori (in altri tempi si chiamavano riassetti e prevedevano epurazioni e confinamenti).
Dunque, semplificando (per i dettagli si rimanda al recente post del Sindaco su Ad Est), si arriva a giugno 2013 con il gravame di una dimissione, non polemica, in Giunta.
Sappiamo tutti che la battaglia sull’A&G è nata da ambienti extraconsiliari che facevano riferimento ad una unica persona: il Prof. D’Amato, il quale ha costretto il precedente Consiglio e la precedente maggioranza ad occuparsene e a risponderne di fronte ai cittadini.
In campagna elettorale poi – paradossalmente – l’A&G è stato il cavallo di battaglia di tutti i contendenti.
Ebbene lui (D’Amato) candidatosi non è riuscito a farsi eleggere (la lista Società Civile non ha rappresentanti in Consiglio).
Oggi poteva essere scelto Assessore “a merito”.
Mi segnalano che i numeri raccolti non gli erano di ausilio.
Ma ha senso trincerarsi dietro i numeri?
Per esempio sappiamo che i numeri davano ragione a Cuffaro, a quel sistema, ma questo non ne ha fermato (perlomeno non tutte) le azioni politiche di contrasto.
A Raffadali, purtroppo, per un decennio sono state possibili solo due posizioni politiche ufficiali (ve ne erano anche molteplici apocrife e dicroiche): pro o contro (l’inazione o l’agnuniatina era servigi talvolta ben remunerati).
Ho scritto purtroppo perché a questa via si è stati costretti.
Non vi era modo di ragionare e confrontarsi. Perciò si è venuta a creare una frattura nel tessuto cittadino fondata sulla difesa oltranzista del Dominus.
Ora, avendo vissuto questo e sapendo bene cosa significhi a Raffadali “dover dare dei segnali” era naturale riconoscere al Prof. D’Amato, per il coraggio avuto e per il lavoro fatto, la carica assessoriale.
Pertanto delle due l’una.
Se questa Amministrazione si è posta come obiettivo, così come io credo, di superare gli schemi delle gestioni passate non ne può replicare i paradigmi.
Ma vi è un paradosso ancora più profondo.
Questa ultima elezione amministrativa non ha visto solo la scomparsa dei Cuffaro (e dei suoi luogotenenti). Questo naufragio ha portato con sé, e tacitato, anche chi ha contrastato quel sistema.
Si potrebbe pensare ad una classe dirigente, quella odierna, premiata per aver assunto una posizione di terzietà.
Ma questo non era possibile, perché come sopra detto, non sono mai esistiti a Raffadali dei “terzi”.

Nel frattempo l’opposizione è sublimata.
L’assenza nelle liste elettorali dei Grandi Capi di epoca cuffariana e di quel forte collante che è il potere, così come da essi gestito, ha prodotto l’implosione dei gruppi di opposizione.
Era prevedibile, ma non a questa velocità.
La mancanza di una precisa visione politica, sin dai tempi in cui erano maggioranza, ha condotto l’opposizione all’attuale stato.
La Diaspora.

Rimangono ancora quattro anni e tanto si può e si deve fare.

Nella consapevolezza che i tagli dei trasferimenti statali e regionali saranno sempre più incisivi non può non analizzarsi, con certosina precisione, ogni singola voce del Bilancio, alla ricerca di eventuali nicchie di spreco o sacche di privilegio rimaste come retaggio di precedenti Amministrazioni ed oramai non più sostenibili.
È di questi giorni la denuncia di Zambuto - seguita dal quella del nostro Sindaco - riguardo la questione Girgenti Acque. Ci si interroga, ancora una volta, sulla qualità dei servizi offerti in relazione ai costi esposti (e gravanti sui cittadini).
Se tale schema critico si ritiene valido per tematiche quali acque e rifiuti, ed appare ai più risolvibile solo attraverso la riproposizione di un modello di gestione diretta, perché non applicarlo anche ad altri servizi affidati a terzi dal Comune?

Un importante obiettivo può essere quello di aprire la macchina burocratica (e politica) alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione riconoscendo al cittadino un ruolo non solo passivo.
L’utilizzo della Pec per l’invio dei documenti di competenza degli uffici comunali (certificati, autorizzazioni, ecc), la creazione in aree pubbliche di wifi zone (replicando su scala estesa l’esperienza del Villaggio della Gioventù) anche in compartecipazione con privati che potrebbero beneficiarne in termini promozionali.
La creazione di un Forum Cittadino Permanente, anche di tipo virtuale, che superi il concetto di “anonimato” e che preveda il rilascio dei parametri di accesso (username e password) da parte degli uffici preposti, previa richiesta corredata di documento identificativo.
L’esistenza di una tale piattaforma, istituzionale ed ufficiale, potrebbe fungere da stimolo per quei cittadini che vogliono avanzare proposte concrete (o effettuare segnalazioni) e per la stessa Amministrazione.
Il Comune di Favara ad esempio, in epoca recente, ha seguito un simile percorso per definire il nuovo assetto urbano attraverso il progetto denominato Agorà dei Diritti.
Il banco di prova potrebbe essere rappresentato proprio dal nuovo PRG a cui si potrebbero affiancare gli incontri organizzati di recente dall’Amministrazione.
Sul PRG: di certo non si potrà continuare ad edificare (le statistiche demografiche in questo senso aiutano), ma ridisegnare la mappa del Paese avendo coscienza che il recupero del centro storico non è solo di tipo immobiliare.
In questo senso andrebbe dapprima effettuato un inventario degli immobili a rischio crollo prevedendo, laddove possibile, di sostituirli con aree a verde. Queste ultime potrebbero rappresentare dei nuovi luoghi di socialità e muovere, nel contempo, gli interessi edilizi verso il recupero delle zone ad esse antistanti.
Dovrà, immagino parallelamente, essere approntato un Piano del Traffico pensando di pedonalizzare alcune aree (parte del centro storico, a valle del Palazzo di Città, lo è giocoforza).
Sono istanze che dovrebbero essere, nel 2013, naturali e tangibili segni di civiltà utili inoltre a diradare definitivamente i dubbi sul misoneismo raffadalese.

E andranno affrontate le spinose questioni riguardanti i tributi.
Stante che la gestione dei tributi locali è, oramai saldamente, in mano agli uffici comunali occorrerà adottare delle azioni (soprattutto in materia di rifiuti) per permettere ai cittadini “virtuosi” di poter alleggerire gli oneri a proprio carico.
Si tratta, ovviamente, di puntare sulla raccolta differenziata che in una primissima fase potrà prevedersi con il sistema del “porta a porta” per poi portarsi a regime, e aggiungo repentinamente, nel semplice conferimento differenziato negli appositi cassonetti.
Sono azioni di civiltà - mosse dalla leva economica ma con evidenti ricadute sul piano ambientale - che bisognerà intraprendere.

Ritornando alla questione A&G: potremo mai conoscere, come cittadini, quali sono stati i risultati economici di questa operazione?
Non penso ad una conferenza stampa ma più semplicemente ad un sintetico e stringato documento in cui si riportino alcuni salienti informazioni.
Quanto è stato accertato in più rispetto alla situazione ante A&G?
Quanto è stato l’incasso totale per A&G?
Quanto è stato l’incasso totale per il Comune?
Chiudere quindi una questione descritta come opaca attraverso un gesto di trasparenza.
A breve, salvo modifiche di ultim’ora, dovrebbe entrare a regime una nuova tassa che sostituirà la TARSU e che ingloberà i cosidetti servizi “indivisibili” (manutenzione delle strade, polizia municipale, anagrafe, illuminazione pubblica): si chiama TARES.
Vogliamo far conoscere ai cittadini da quale base imponibile si parte?
Vogliamo esporre, esplicitandoli, l’ammontare dei costi per i servizi inclusi nella TARES?

Per fare tutto ciò è necessario un cambio di passo che, in via teorica, può determinarsi anche attraverso i protagonisti di questo primo anno o con delle sostituzioni in corsa che dovranno, necessariamente, essere condivise dagli Alleati.
Naturalmente tutto passa dalla analisi critica di quanto fatto in questi primi dodici mesi.
È probabile che qualche delega assessoriale sia ricaduta su personalità poco, o per nulla, inclini alle tematiche di che trattasi e che questo non abbia giovato all’immagine dell’Amministrazione.
Il percorso con cui tali personalità sono state scelte - ed approvate – più che un alibi rappresenta una aggravante.

Per tali motivi mi aspetto, finalmente, un forte e determinato contributo dal PD.
Se sarà capace di riorganizzarsi attorno alla figura di un nuovo Segretario e di un nuovo gruppo Dirigente (si spera avulso dalle non sempre premianti logiche gerarchiche).
Un partito che ha bisogno di rinnovarsi attraverso la responsabilizzazione delle nuove leve - qualificandole all’interno dei centri decisionali e non per azioni di bassa manovalanza – e che non può permettersi altri anni di lungo silenzio.
Un partito che sappia decidere, che dia sostanza all’azione di Governo e che si rifiuti di rimanere silente pur sapendo che questo potrebbe creare delle discrasie con l’Amministrazione (non dissimili a quelle originate dalle altre aggregazioni della coalizione).

Si ritorna quindi all’Estate Raffadalese (oggi denominata Sagra dell’Estate).
Pochi giorni addietro è stato pubblicato il cartellone degli eventi.
Un palinsesto fittissimo che maschera un grande vuoto.
L’assenza di Mimmo Galletto.
Uomo il cui spessore culturale ed artistico non necessita certo di un mio contributo promozionale.
Tale scelta è stata conseguente ad una attività di benchmark - condotta esclusivamente su parametri di tipo economico – che non ha evidentemente contemplato e valutato le ovvie ricadute in termini valoriali.
Rinunciando a Mimmo, infatti, si rinuncia anche al plus che faticosamente, ed autonomamente, lo stesso ha messo in campo, riuscendo - in un epoca di disaffezione generale - a coinvolgere ed “appassionare” al Teatro un nucleo di ulteriori quindici persone (la maggior parte dei quale giovani) che da Febbraio sotto la Sua Direzione lavora incessantemente nella costruzione di alcune proprie rappresentazioni teatrali.
Quale migliore occasione - per sostenere e promuovere la Cultura a (e di) Raffadali - attendeva l’Amministrazione Comunale?

Buone Vacanze

Josè Massimiliano Galletto

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