domenica 29 aprile 2012
Ultimi giorni
di campagna elettorale.
I candidati
alla poltrona di primo cittadino (in ordine strettamente alfabetico): Giacomo
Di Benedetto, Franco La Porta
, Angelo Salemi e Nino Vizzì.
Che battaglie
porteranno avanti? Quali sono i toni della campagna elettorale?
C’è chi ha
sperato, riuscendovi ad oggi pur dichiarandosene rammaricato, in un eterno
dibattersi sulle questioni che hanno segnato l’ultimo decennio, io speravo invece
che, finalmente, si potesse andare oltre. Come?
Innanzitutto
rispettandosi.
Le ultime
campagne elettorali non sono di certo state un esempio in questo senso.
Ricordo ancora
quando venne montato, di fronte al Bacco, il maxischermo durante la campagna
per l’elezione del Presidente della Regione. La prima elezione.
Nella giornata
di chiusura Raffadali era in collegamento con Leoluca Orlando. Tanti, le cui
facce sono ancora in circolazione, pretendevano, con toni non proprio
amichevoli, che il maxischermo venisse rimosso.
Da lì in poi
fu un crescendo di prepotenza e dimostrazioni muscolari al solo fine di
comprimere e relegare a ghetto quei pochi che non si uniformarono al comune
sentire.
Candidature
coattive riempirono le liste di molte entità politiche alle ultime
amministrative, nell’anno del signore 2007.
Oggi quelle
liste non ci sono più. Ma i metodi di reclutamento possono dirsi ugualmente
estinti? La domanda è ovviamente retorica.
La campagna
elettorale di oggi è incentrata tutta (sopra e sotto il palco comiziale) sulla
cittadinanza formale di Di Benedetto, sulla presenza di Librici, Di Stefano et
altri a sostegno dello stesso, sulla firma in calce alla famosa determina AeG
del Candidato Salemi, esenti i Forconi. Insomma si è dibattuto, e lo si farà
anche dopo l’esito del voto, sulla promiscuità delle compagini elettorali.
Ebbene, una
siffatta situazione avrebbe potuto rappresentare un vantaggio competitivo per
chi da ultimo si è apprestato a scendere in campo.
Una campagna
elettorale, quindi, da imperniare strategicamente sugli argomenti sopra
elencati. Presentandosi come gli Esseni della politica.
Sarebbe stata
un’operazione propagandistica (difatti si chiama propaganda elettorale) a cui
avrebbero potuto abboccare i meno avvezzi. Si può dimostrare in maniera
matematica che nessuno può dichiararsi (oggi più di prima) un Esseno.
Essendo il
corpo elettorale sempre lo stesso (o poco variabile) affinché si verifichi un
alternanza fra contrapposte compagini, si direbbe di avverso segno politico, è
necessario che si verifichi un travaso di voti in uno dei sue sensi. Questo è
avvenuto già, prima con Nino Casalicchio ed a seguire, in maniera più marcata,
con Silvio Cuffaro.
Ma i voti dei
cittadini (senza un nome, un volto, un viso, una storia) non assumono mai
valore in questo tipo di ragionamento. Valore che invece ha il rappresentante
di alcuni di quei voti.
L’assenza
dello stratega ha fatto in modo che questo, presunto, vantaggio competitivo
venisse annullato. Come? Chiamando come Vice Sindaco designato, oggi, un
Dirigente del PD agrigentino, Mimmo
Catuara presente, doverosamente, ai comizi curati da un Assessore designato in
quota Rifondazione Comunista da Gianfranco Gueli (2007), Peppe Pane. Comizi a
cui fa bella mostra, ovviamente, anche l’attuale Vicesindaco, Farruggia, che
del PD raffadalese era Dirigente.
La presenza di
Catuara rende agevole la vita a Di Benedetto che del PD raffadalese è segretario
da un bel pò di anni, al grido: sarà di Raffadali Mimmo Catuara?
In verità lo
struggersi in tali elucubrazioni fa si che venga tolto tempo alla valutazione
delle vere questioni che attanagliano il Paese ed alla ricerca delle possibili
soluzioni. Non rende merito ai ragazzi che si stanno spendendo in questa
campagna elettorale. Rende ancora più acuta una frattura sociale che era preferibile
ricomporre.
Tale aspetto -
l’essere la stessa cosa - è uno dei punti su cui i Forconi hanno applaudito di
più gli oratori nel loro primo comizio alla fontana del Voltano (aspetto non
secondario è, finalmente, la rifrequentazione del luogo).
Non sono
d’accordo sull’estensione generalizzata del concetto. Prima di essere
componenti di partiti o formazioni politiche si è uomini, con delle proprie
storie, che in un paese come Raffadali sono patrimonio popolare.
Questa
conoscenza plurivoca, qualora non inficiata da logiche familistiche o
particulari, basterebbe da sola ad essere discriminante nella scelta
dell’elettore.
Sappiamo,
però, che così non è.
Le ragioni dei
Forconi le conoscevo già e in altra sede ho rappresentato ad alcuni degli
esponenti la mia differente idea su questioni per loro dirimenti.
Innanzitutto i
costi della politica.
Da qualche
tempo a questa parte l’orientamento della opinione pubblica, non solo
raffadalese, oltre a essere quello di mistificare e mescere tutto e tutti -
nella logica della promiscuità - è indirizzato su tale argomento.
Dimezzare
stipendi, indennità, estinzione dei gettoni di presenza e cosi via. La
convocazione del Consiglio Comunale con all’ordine del giorno la remunerazione dei
gettoni ai consiglieri in carica ha infiammato ancor più il dibattito.
Posso
raccontare quel che ho appreso della questione essendo stato testimone di uno
dei passaggi che, penso, abbia portato alla convocazione dell’ultimo Consiglio.
Nella giornata
in cui mi apprestavo a relazionare, in Consiglio Comunale, sulle attività della
Consulta Giovanile venne presentata dal Difensore Civico, Peppuccio Sicurello,
la propria relazione annuale, in cui si faceva menzione delle richieste del
Consigliere Plano sulla istituzione, al minimo di legge, del gettone di
presenza.
Allo stesso Consigliere
Plano oggi fanno riferimento i colleghi quando si parla dell’argomento. Ho
chiesto ad alcuni di loro di chiarire il tema.
In sintesi
(dalle informazioni raccolte): bisogna distinguere due momenti. Quando, sotto
Nino Casalicchio, i consiglieri hanno rinunciato al gettone di presenza (il
primo momento) e chiedersi se questo, sotto Silvio Cuffaro, è stato fatto. A
quanto pare no (il secondo momento).
Ho chiesto ai
miei interlocutori come mai - non esistendo atto di rinuncia - le spettanze delle
sedute non fossero state liquidate, per tempo, dall’Amministrazione. La
risposta è stata: non sapendo se liquidare a 80 € o a 38 € a gettone (in attesa
di precise ed univoche indicazioni) l’Amministrazione si è riservata di
liquidare. Cinque anni di riserva.
Fine della
questione.
Oggi i
consiglieri hanno due strade, o rinunciano ai compensi (entro questa
legislatura), o incassano (con interessi dovuti) alla prossima.
In attesa di
smentite (gradite), se così fosse, non vedo nulla di scandaloso. Si tratterebbe
di spettanze regolarmente riconosciute a cui nessuno dei consiglieri avrebbe
rinunciato con atto formale.
Rimane però il
mistero sul perché il consigliere
Plano abbia chiesto all’ufficio del difensore Civico la reintroduzione di un
gettone mai estinto da questo Consiglio.
Sul quanto o
sul merito potremmo discutere intere stagioni.
Ma sta proprio
qui il nocciolo della questione costi
della politica. Rinunciare al gettone, all’indennità è garanzia di
trasparenza e di correttezza?
Io credo di
no.
Credo invece
che chi a vario titoli amministra o governa debba essere remunerato e che
occorra controllarne, con gli strumenti dell’opposizione e/o della denuncia
politica, l’operato.
Le ultime
giornate di questa campagna elettorale ci portano alla polemica sulla mancata
partecipazione di uno dei candidati, Franco La Porta, al confronto organizzato da associazioni
vicine a Di Benedetto (dichiara a sostegno). La Porta rincara la dose nel
comunicato aggiungendo “che non
parteciperà a nessun confronto organizzato unilateralmente dal candidato Di
Benedetto, né tantomeno da associazioni che si celano come tali, ma vicine e
collegate allo stesso. “
Nessuno si è premurato complimentarsi con lo staff del Dott. La Porta per essere stato
l’unico, fra gli staff dei quattro candidati, ad essersi accorto che le
associazioni (che si celano come tali) sono collegate a Di Benedetto. Un
comunicato che riporta nel titolo “Non partecipo a manifestazioni di parte e
senza garanzie“.
Quale migliore garanzia per gli uomini di Cuffaro della presenza di
“Raffadali e Bioetica”?
Non è a questa associazione (che si cela come tale) che sono state
affidate tutte le manifestazioni e le organizzazioni di eventi a Raffadali
degli ultimi cinque anni?
Un paio di sorrisi, fortunatamente, ce li hanno regalati Piero Diana,
col volantino “un’occhiatina gliela
darei” ed inaspettatamente il Sindaco in carica che sull’ampliamento del
Cimitero dichiara “Un progetto di
oltre un milione e cento mila euro che darà risposte a tutti quei
cittadini che da tempo aspirano a costruirsi una cappella gentilizia
all'interno del nostro cimitero.“
SI.
STANNU MURENNU….PI FARISILLA!
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