martedì 6 marzo 2012

Erano gli ultimi giorni di vita di mia Nonna.

A Zia Nena.

Siamo nel 2003 e in una delle mie visite la trovai insieme una sua vecchia amica.

Fui testimone di una discussione che arrivò fino alla bolletta, appena arrivata, della spazzatura.

“Nena m’arriva a munnizza….sti malasciurtati…ma j c’avissi pagari? Me maritu ogni jornu sa porta n’campagna p’abbruscialla…”

Io ascoltavo divertito, mia Nonna non rispose nulla e la comare capì, seppur contrariata, che “a Nena” in quei momenti poco interessava delle sue noie coi tributi.

La comare rivendicava lo smaltimento, in proprio, dei rifiuti tramite incenerimento e pertanto nulla aveva a che spartire con chi chiedeva (“i malasciurtati”), a torto, il ristoro dei costi del servizio.

Ovviamente pagò.

Simili pensieri attraversano recentemente le menti di alcuni nostri compaesani. Oggi ci si chiede se sia giusto pagare le bollette in relazione ai servizi prestati.

Rigurgiti di civiltà dettati soprattutto dalla mano in tasca che dovranno mettere per saldare le bollette inviate dal Comune e riscosse da AeG.

La questione è piuttosto complicata perché vi sono interessi in gioco piuttosto rilevanti e leggi e contratti che difficilmente permettono repentine marce indietro.

Andiamo con ordine.

Nel novembre-dicembre 2010 stavo facendo, per conto dell’ISTAT, il rilevatore del Censimento per l’Agricoltura.

Quando potevo mi mettevo in macchina con le mie schede e bussavo alle porte delle cosiddette “unità censuarie”. Mi aspettavo una certa riluttanza, ma non la paura di vedersi dinanzi “Chiddu da munnizza”.

“Lei chi è chiddu da munnizza?”. “No signu’…sugnu cca picchi…” e cercavo di spiegare che una lettera li aveva avvisati circa l’obbligo di risposta al questionario che gli proponevo, che nessun controllo era in atto e che qualcuno mi aveva mandato lì per essere di ausilio.

La campagna pubblicitaria del Censimento per l’Agricoltura non era stata felice: nessun manifesto, poca pubblicità sui media…insomma era difficile farsi credere, bisognava elencare, il più delle volte, le proprie parentele talvolta arrivando fino a Zia Nena…”chidda ca faciva gnizioni”.

Alcune volte mi divertivo, altre meno ma insomma ce l’ho fatta.

Ma riflettendo: la campagna del Comune circa la riscossione dei tributi non era stata così diversa da quello del Censimento e molti non avevano neanche ricevuto l’avviso di accertamento.

Non era poi pensabile che tutti fossero degli evasori.

Cosa giustificava i loto timori?

Non è mai bello ricevere un controllo. E chi conosceva l’AeG?

Oggi è noto a tutti che né Consiglieri di maggioranza, ne Assessori, allora in carica, conoscevano tale società, figurarsi quei poveri cittadini barricati dietro le loro porte.

Ancora oggi questa entità imprenditoriale ai più è ignota nelle più alte cariche (Presidente, Amministratore delegato…eccetera) di essa si conosce il volto dei rilevatori (alcuni neanche di Raffadali) e basta.

Volto dei rilevatori che era presente, correttamente, nell’avviso di accertamento.

Ma il Sindaco e la sua Amministrazione stavano mandando degli accertatori tramite l’AeG nelle case di Raffadali e quali strumenti di informazione, non dico di difesa, fornivano ai propri cittadini?

Sul sito del Comune vi era esclusivamente il Regolamento della Tarsu , un pdf di un dattiloscritto, in cui nessuna informazione vi è circa le superfici da computare ai fini del calcolo (magazzini, solai, sottoscala, ripostigli di altezze inferiori ai 2,40 m, vani scala, ecc).

Nessun cenno.

Come poteva difendersi il cittadino?

Nell’avviso di accertamento, se non erro, era lasciata facoltà al cittadino di chiamare un tecnico a proprie spese che avrebbe valutato le superfici oggetto di tributo.

Bella roba!

O l’accertamento gratuito senza strumenti in grado di rendere edotta la popolazione o paghi e ti togli lo sfizio di sapere attraverso un tecnico che per te assevera.

Grandioso!

Ma Raffadali era ancora nel periodo della narcosi da azoto che (fonte: Wikipedia) è quella in cui il soggetto inizialmente vive uno stato di lucida euforia ma in seguito,…omissis…, la sua mente si offusca completamente.

In sintesi: nessun cittadino è stato messo in grado di poter difendersi in contraddittorio nell’accertamento.

L’AeG opera l’accertamento e non credo che negli obblighi contrattuali abbia l’informazione dei cittadini, ma l’Amministrazione?

La responsabilità quindi è tutta politica.

Le più alte cariche politiche di Raffadali, di allora e di oggi, nel corretto principio di far pagare tutti non si sono presi la briga di tutelare tutti.

Singolare come scelta!

Ma non è certo stata l’unica scelta singolare.

Ve ne è una ancor più importante. La frase ricorrente: PAGARE TUTTI PER PAGARE MENO! (che per convenienza sintetizziamo in PTxPM)

Oggi a questa bella frase va aggiunto: “MA PAGARI A CU???”.

Quanta informazione è stata fatta circa il contratto che AeG ha con il Comune?

Quanti soldi andranno al Comune e quanti ad AeG?

Neanche oggi è possibile sapere da Consiglieri., Assessori e Sindaco quanto entrerà nelle casse del Comune per effetto dell’operazione PTxPM e quanto nelle casse di AeG.

Il tutto ovviamente è improntato alla tutela dei cittadini onesti che sempre hanno pagato.

Ma i cittadini onesti sanno quanto dei crediti che verranno riscossi da AeG ritorneranno sottoforma di servizi alla cittadinanza? Nonzi.

Le singolarità non sono finite.

Il Vicesindaco ha tenuto ad informare che “per venire incontro alle esigenze dei cittadini, ha messo a punto un nuovo regolamento, con valenza retroattiva, che condonerà sanzioni e interessi sulle bollette già emesse e recapitate ai cittadini raffadalesi. Il nuovo regolamento consentirà di postergare tutte le scadenze fino al prossimo 30 giugno, in attesa che tutte le bollette vengano rivalutate e ridiscusse alla luce del nuovo regolamento. Mi auguro che tutto il Consiglio prenda veramente a cuore i bisogni e le esigenze dei raffadalesi e approvi questo regolamento con grande senso di responsabilità".

Nulla da eccepire, al momento, sul nuovo regolamento retroattivo e le proroghe (a seguire un paio di considerazioni) ma il Vicesindaco non può augurarsi che il Consiglio prenda a cuore i bisogni. Esiste una Maggioranza in Consiglio che sostiene il Vicesindaco - e l’Amministrazione tutta - che deve garantire il sostegno all’azione della Giunta.

Sembra quasi che il Vicesindaco sia dell’opposizione. In genere l’opposizione si augura e la maggioranza decide.

Il nuovo regolamento nel Consiglio Comunale del 24 febbraio 2012

Il concetto poco fa espresso è stato ribadito dal Capogruppo del Pd in Consiglio, ed è stato proprio il Sindaco a giudicarlo ineccepibile, smentendo di fatto le parole del proprio Vice.

Ma non è stata l’unica smentita.

Vi è stato qualcosa che non ha funzionato nei ranghi dell’opposizione.

Claudio Di Stefano ha parlato per quasi un’ora, analizzando la questione e infine arrivando ad una proposta che avrebbe chiesto (non è ha avuto modo e tempo) di mettere ai voti.

Tale linea non è stata sostenuta dagli altri due consiglieri di opposizione che hanno poi preso parola.

Galvano (PD) proponeva l’approvazione del Regolamento proposto da Sindaco con riserva (cioè in attesa del parere della Corte dei Conti).

Virone (PD), intervenendo per ultimo, invitata la maggioranza in Consiglio a votare il Regolamento proposto in forza dei numeri.

La maggioranza ha quindi ha approvato il Regolamento.

Non si spiega il perché dell’intervento appassionato di Claudio Di Stefano se poi non se ne è sostenuta la ragione.

Una citazione meritano i toni aulici toccati dal Sindaco e da Di Stefano nel disquisire sui reciproci percorsi accademici. Un raro esempio di stile.

Ma cosa prevede questo benedetto Regolamento?

È stato recentemente pubblicato sul sito del Comune di Raffadali e udite udite….appena aperto il file:OGGETTO DEL REGOLAMENTO Il presente regolamento viene adottato ai fini dell’introduzione dell’istituto del condono dei tributi locali e l’applicazione del medesimo istituto sulla base dei criteri stabiliti dall’art. 13 della legge n. 289/2002 (finanziaria 2003).”

Quindi “Pagare tutti per pagare meno”…ma con Condono delle sanzioni e per alcuni anche degli interessi (in funzione della data di notifica dell’avviso di liquidazione o accertamento).

Ecco come si tutelano i cittadini onesti. Condonando!

Il Sindaco che aveva promosso l’iniziativa all’insegna dell’uguaglianza utilizza lo strumento più iniquo e incassa anche i favori della gente presente in Consiglio e non (questa è la mia percezione) all’insegna dell’ABBONE’.

Un ottimo risultato per il Sindaco viste le premesse.

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