sabato 12 gennaio 2008
Rispondendo ad uno dei Post inviatomi da Vincenzo Lombardo, mette sempre in chiaro le distanze tra Noi GIOVANI e Loro Vecchi ed è giusto così. Ad avere delle colpe a Raffadali non siamo certamente Noi GIOVANI ma coloro che oggi si sentono Vecchi, declassati, messi da parte. ( Ma non bisogna fare di tutta l' erba un fascio ). Ci sono coloro che pur essendo Vecchi hanno messo da parte il loro orgoglio per aiutarci a non ripetere i Vostri sbagli, noi GIOVANI ne siamo grati, purchè siano costruttivi. Sig. Vincenzo Lombardo è in quella parte opposta che vuol apparire da paladino della nostra salvezza. Apprezzo ogni suo intervento, ne vorrei approfittare per chiedergli quale siano le sue proposte nell' ambito Locale e non varieggiare nell' ambito Nazionale. Un' altra domanda che le vorrei fare è dov' era per le passate Amministrative a Raffadali? Invece di darci una mano a Noi ingenui come ci definisce Lei, ma non per Noi ancora accesi di quei valori di quelle idee che vanno ben oltre i desideri di Potere di ingiustizia, ma presi dallla voglia di cambiamento di quella situazione che è palpabile giorno per giorno per chi vive a Raffadali. Purtroppo ma orgoglioso di tutto ciò la mia o la nostra faccia è rimasta impressa nel volto di chi ci ha giocati. le continuo a dire che noi GIOVANI non cercheremo più compromessi con chi fa del doppio gioco, vedi Amministrative 2007, ma collaboratori in grado di ascoltare ed essere ascoltati non divagando su Veltroni, Berlusconi ecc ecc. Ma concreti su Raffadali. Come IO, Tutti nella nostra ingenuità abbiamo vinto contro chi credeva di essere Qualcuno o Qualcosa.
Distinti saluti
Distinti saluti
Gianfranco
A proposito di vecchi e giovani
Ho letto il tuo commento piuttosto stizzito, se non proprio risentito, e mi sono meravigliato parecchio, sia per il tono che per il contenuto.Per quanto mi riguarda questo intervento vuole essere chiarificatore e definitivo perché non serve a nessuno continuare una sterile polemica. Tuttavia non è possibile accettare giudizi affrettati, derivanti, oltretutto, da una errata comprensione di quanto penso ed ho scritto. E se questo intento non è gradito, non ho nessuna fregola di apparire, non è mai stato nel mio stile di vita privato e pubblico.Detto ciò, è bene precisare che io non ho parlato di contrasti fra giovani e vecchi. Questo tema è invece gradito ai miei, e penso, tuoi avversari: i poteri forti che puntano a creare un conflitto fra generazioni per togliere ai lavoratori e alle lavoratrici le conquiste che hanno realizzato in decenni di lotta. L’intento non dichiarato è quello di fregare, per usare termini diretti, gli uni e gli altri, rubando agli adulti il presente e ai giovani il futuro.Personalmente sono stato sempre un fautore della promozione e della responsabilizzazione dei giovani. E’ bene che tu sappia che il circolo del mio partito è stato per anni, sotto la mia direzione, il più giovane della provincia: età media 27 anni. Immagino che ti rendi conto che non è stato casuale. Una delle cose che più mi ha colpito durante l’ultima campagna elettorale amministrativa è stata l’espressione che Tano Alessi, vera anima di quella battaglia, mi ha rivolto: “La curpa è tò” ( s’intende, se sono qui a battagliare). A proposito di Gaetano voglio ripetere qui ciò che ho detto in un’assemblea alla sede del comitato. E’ stata grazie alla sua tenace resistenza, al suo contributo per mantenere acceso un minimo di dibattito civile, nel silenzio delle forze politiche durante il quinquennio amministrativo del centro destra, che è stato possibile animare una battaglia elettorale.Molti dei giovani raffadalesi che riescono a non essere banali sono transitati da quella organizzazione. Qualche nome? A partire da Gaetano Alessi, e poi tanti altri: Totò Scifo, Massimiliano Lombardo, Josè Galletto,Maurizio Galletto, Andrea Trapani, Totò Frenda,M.Elena Scavariello etc. Certo qualcuno ha pensato di “rusicarisi a corda”, ma ognuno risponde delle proprie azioni.Ma perché l’ho fatto? Per “salvarli”, come pensi tu? Non scherziamo, non sono,e non voglio essere, un Don Gelmini in tenuta laica. Il fatto è che ho sempre pensato che i giovani sono il futuro, ed una gioventù formata e responsabilizzata è una garanzia anche per gli adulti, quindi sono i giovani che possono salvare gli adulti o, come dici tu, i vecchi.Il mio discorso verteva su altre considerazioni. Non c’è alcun dubbio che molti giovani non hanno il coraggio di andare contro corrente e preferiscono acquartierarsi nelle anticamere o “giacere languidamente tra le cosce” del potere. Guardati attorno. Quanti giovani a Raffadali sfuggono al fascino discreto del potere? Non credo che ci sia da essere ottimisti. Anche tanti giovani fanno proprio il motto”Nantri scarsi nni jttamu pi li rami carricati”La ingenuità è la condizione di purezza del fanciullo, è lo stato d’animo di chi si predispone verso il futuro con atteggiamento ottimistico. Sai, “ i bambini fanno oh” Certo, può capitare che qualcuno approfitti di questa predisposizione giovanile per strumentalizzarla a fini propri. E’ nelle cose, anche perché il giovane non è sorretto dall’esperienza, che ti fa diventare più razionale e meno sognante.Per quanto mi riguarda continuo a sognare. Un altro mondo,senza guerre, dove l’uomo si rende conto che la sua salvezza dipende dalla salvezza dell’ambiente in cui vive; un mondo in cui all’infantile “io, mio” si sostituisca il più maturo e civile “noi, nostro”. Ma stiamo parlando di un altra civiltà. Verrà?Non lo so. So però che uomini hanno dato perfino la vita per il sogno. Per me dedicare ad esso i pochi malmessi anni che restano è un imperativo morale, prima che una scelta politica.Ma per perseguire il sogno in modo non stupido debbo capire il mondo in cui vivo, debbo capire le dinamiche che preparano gli scenari futuri, le forze che si muovono e gli obiettivi che esse vogliono raggiungere. Se mi manca questa informazione-formazione sono destinato a svolgere un ruolo non autenticamente libero, e il mio sogno resterà una chimera affidata al caso e all’irrazionalità. A meno che scelgo di sopravvivere nel pragmatismo volgare e provvisorio.Su questo punto dissento totalmente da te. Occuparsi dei fatti nazionali e internazionali fa parte dell’abc dell’agire politico, tanto più oggi, nell’era della globalizzazione dove ciò che succede a Pechino, New York, Bruxelles etc. ha ripercussioni a cascata in tutto il mondo. Perché credi che centinaia di migliaia di giovani e non si sono mobilitati e si mobilitano in occasione dei vertici del G8, come quello di Genova del 2001? Per il piacere di fare casino o perché si rendono conto che le decisioni dei grandi paesi avranno ripercussioni sulle loro vite, ovunque essi vivano? La risposta mi pare ovvia, anche per te.Se non è così, se pensi che si possano risolvere i problemi particolari più seri prescindendo dal quadro generale, credo che non esistano i presupposti minimi per intessere un dialogo fruttuoso .Questo non esclude che possano esistere questioni tipicamente locali per i quali l’intervento dell’amministrazione è decisivo. Ma anche qui, occhio: un’amministrazione può decidere di spendere i fondi per sterilizzare l’opinione della gente attraverso la distrazione ludica o agire per conseguire una consapevolezza critica, istruita della sua gente. La scelta non è neutra o casuale: dipende dal quadro generale culturale a cui si fa riferimento e dall’obiettivo che si vuole conseguire.Ciononostante, penso che sia possibile ed utile per tutti assumere delle iniziative locali volte a migliorare l’aspetto del nostro paese e lavorare per una politica amministrativa che risponda ad una visione più prossima al mio e tuo sentire.Personalmente ho qualcosa da suggerire, che non posso fare in questo spazio. Se si creano occasioni e momenti di incontro sarò ben lieto di collaborare con quei giovani che non si sentono vecchi dentro, cioè appagati, realizzati, finiti.
Cordialmente
Vincenzo lombardo
Data l’assenza indiscriminata di idee, proposte, questioni…dibattiti, esigenze e bisogni sempre sottaciuti dalla curia…opps…cara Raffadali, mi inserisco nella questione “giovani non giovani” che vede, ad oggi, protagonisti Gianfranco Galvano e Vincenzo Lombardo.
Non discutere su temi che possono e sono graditi ai nostri avversari, con tutte le conseguenze del caso, non mi pare una corretta impostazione iniziale della questione (semmai una ce ne sia).
Le parole di Vincenzo e di Gianfranco vanno lette “oggi” alla luce dei risultati elettorali della seconda sconfitta alle amministrative del centro sinistra a Raffadali e sono figli di due interpetrazioni differenti della situazione locale.
Quella di Gianfranco, mi permetto, è di chi non riceve e non ha ricevuto risposte dalla propria classe politica su una esigenza primaria, il lavoro, ed è legittima quanto quella di Vincenzo, mi permetto, che invece, giustamente rivendica, forse è meglio dire ricorda, quanto impegno abbia profuso nella politica raffadalese e informa sulla propria disponibilità verso le nuove leve (non solo anagrafiche intendo) per i futuri anni di Raffadali.
Ebbene letta così e legittimata la posizione di tutte le parti la questione sembrerebbe chiusa.
Ma io non sono una terza parte, non sono al di sopra delle interpetrazioni date dai due protagonisti e non lo è nessun attore sociale e politico del nostro Comune e dei Comuni limitrofi.
Ad oggi oltre ai conti fatti sulle recenti amministrative (chi ha preso quanto, da chi, come e dove) poche sono state le analisi sociopolitiche svolte sul fenomeno Raffadali, ed io, che non mi candido ad esser un esperto in materia, esprimo qui solo il mio punto di vista.
Ho apprezzato, e continuo a farlo, i post in cui Vincenzo cerca di far conoscere, questa volta sì ai giovani, cosa era Raffadali politicamente quando lui era “giovane” ed in quella circostanza ho voluto commentare il post chiedendo, retoricamente, come mai ancora si citassero nei comizi del 2007 personaggi maximi di tale spessore e caratura umana e politica.
È per questo che mi permetto di non contribuire alla campagna Ad Est "Una Piazza per Vittoria e Totò" campagna a cui aderirei se l’elisione colpisse quel TOTO’.
Dissento da qualsiasi tipo di giudizio positivo nei confronti di personaggi che di democratico avevano solo l’abito, purtroppo ne esistono tanti ancora oggi.
Riverire chi doveva riverire le “masse” che lo hanno eletto non mi pare giusto, tutto qua.
Dietro questa affermazione che ad una disattenta lettura potrebbe apparire superficiale e grossolana ci sta un giudizio, sedimentato, su un operato politico che non rivendico e che non sento mio, perlomeno nella rappresentazione democratica e nella custodia della fiducia, disattesa, di diversi uomini che con il loro operato hanno contribuito a rendere grande lui e la nostra cittadina.
Ma certo non ci si può fossilizzare sul dopoguerra e sugli attori protagonisti, che tanti Oscar hanno preso, altrimenti continueremo a magnificarne, in un senso o nell’altro, le gesta.
Siamo ad “oggi” lo stesso dell’inizio di questo post, figlio di un trapassato ieri e di un “ieri” più recente.
E di questo “ieri” che semmai io, Gianfranco ed altri dovremo discutere.
Un “ieri” che si traduce in sconfitte elettorali e in accordi ciclostilati che “oggi” si paventa ricorrano sul piano nazionale con un accordo, cui io non credo, fra Berlusca e Veltroni.
A Raffadali questo è accaduto. Quell’accordo è stato fatto.
Ci trovammo alla seconda candidatura di Totò Tuttolomondo dentro il centro sinistra raffadalese l’area politica di Giovanni Iacono Manno.
Si può chiedere ai raffadalesi di far finta di aver votato qualcuno contro qualcun altro nell’arco di un decennio…ma agli italiani lo si potrà mai chiedere??
È per questo che non credo a quest’accordo.
Semmai farei attenzione all’attendismo, passatemelo, delle aree centrali del polo.
Nell’anticamera temporale di quell’elezione ricorreva il congresso del PRC ed io insieme ad altri ci sentivamo autorizzati, grazie anche alle parole spese negli anni per i giovani dai vari compagni del partito, a chiedere un ruolo da coprotagonisti.
Ruolo che era una naturale evoluzione del partito, nelle proprie sedi, e che invece non si è tradotto, nelle proprie sedi, in realtà.
A Vincenzo che dice:”Molti dei giovani raffadalesi che riescono a non essere banali sono transitati da quella organizzazione. Qualche nome? A partire da Gaetano Alessi, e poi tanti altri: Totò Scifo, Massimiliano Lombardo, Josè Galletto, Maurizio Galletto, Andrea Trapani, Totò Frenda,M.Elena Scavariello etc. Certo qualcuno ha pensato di “rusicarisi a corda”, ma ognuno risponde delle proprie azioni.” vorrei solo ricordare l’uso appropriato del termine “transitati”.
Su questo vogliamo soffermarci?
Credo non sia secondario sottolineare il passaggio da Rifondazione verso altri lidi politici, un esodo che avrà una qualche ragione no?
Un esodo che non è e non può essere pensato come una evoluzione .
Semmai come involuzione.
Erano gli anni quelli in cui “. E’ bene che tu sappia che il circolo del mio partito è stato per anni, sotto la mia direzione, il più giovane della provincia: età media 27 anni.”
Erano gli anni in cui il fenomeno emigrativo non era pesante come ai nostri giorni, erano gli anni in cui se Josè si dimetteva dal direttivo c’erano altri 10 giovani pronti ad iscriversi e lavorare nel partito.
Una macchina politica avviata, oliata, rodata e funzionante, su cui si saliva e poi si scendeva per salire su altre (una prassi comune in ogni ordine di gerarchia e rappresentanza, purtroppo anche questa, riproposta recentemente).
La trattazione, se così si può chiamare quella sopra esposta, non è assolutamente esaustiva e mi piacerebbe approfondire e sentire (ci provo sempre) anche altre voci sull’argomento.
Invece mi ha colpito l’elogio di Vincenzo verso il compagno Gato.
Non sono certo qui a sminuirne il ruolo svolto durante l’ultima competizione e negli anni pregressi.
Semmai vorrei capire come Vincenzo coniughi la propria indole a non aver nessuna fregola di apparire con l’elogio di “uno” soltanto degli attori della politica di Raffadali.
Non rivendico ruoli che non mi appartengono.
Io avrei preferito indicare un gruppo di lavoro, sembra più consono ed in linea alle nostre aspettative politiche.
L’interrogativo a cui non riesco a trovare una risposta riguarda, invece, la scelta di Gato e del PRC nella prima vittoria del centro destra.
Che differenza politica esiste fra i due candidati di centro sinistra delle ultime 2 amministrative?
Non riesco davvero a coglierne le ragioni.
Josè
Data l’assenza indiscriminata di idee, proposte, questioni…dibattiti, esigenze e bisogni sempre sottaciuti dalla curia…opps…cara Raffadali, mi inserisco nella questione “giovani non giovani” che vede, ad oggi, protagonisti Gianfranco Galvano e Vincenzo Lombardo.
Non discutere su temi che possono e sono graditi ai nostri avversari, con tutte le conseguenze del caso, non mi pare una corretta impostazione iniziale della questione (semmai una ce ne sia).
Le parole di Vincenzo e di Gianfranco vanno lette “oggi” alla luce dei risultati elettorali della seconda sconfitta alle amministrative del centro sinistra a Raffadali e sono figli di due interpetrazioni differenti della situazione locale.
Quella di Gianfranco, mi permetto, è di chi non riceve e non ha ricevuto risposte dalla propria classe politica su una esigenza primaria, il lavoro, ed è legittima quanto quella di Vincenzo, mi permetto, che invece, giustamente rivendica, forse è meglio dire ricorda, quanto impegno abbia profuso nella politica raffadalese e informa sulla propria disponibilità verso le nuove leve (non solo anagrafiche intendo) per i futuri anni di Raffadali.
Ebbene letta così e legittimata la posizione di tutte le parti la questione sembrerebbe chiusa.
Ma io non sono una terza parte, non sono al di sopra delle interpetrazioni date dai due protagonisti e non lo è nessun attore sociale e politico del nostro Comune e dei Comuni limitrofi.
Ad oggi oltre ai conti fatti sulle recenti amministrative (chi ha preso quanto, da chi, come e dove) poche sono state le analisi sociopolitiche svolte sul fenomeno Raffadali, ed io, che non mi candido ad esser un esperto in materia, esprimo qui solo il mio punto di vista.
Ho apprezzato, e continuo a farlo, i post in cui Vincenzo cerca di far conoscere, questa volta sì ai giovani, cosa era Raffadali politicamente quando lui era “giovane” ed in quella circostanza ho voluto commentare il post chiedendo, retoricamente, come mai ancora si citassero nei comizi del 2007 personaggi maximi di tale spessore e caratura umana e politica.
È per questo che mi permetto di non contribuire alla campagna Ad Est "Una Piazza per Vittoria e Totò" campagna a cui aderirei se l’elisione colpisse quel TOTO’.
Dissento da qualsiasi tipo di giudizio positivo nei confronti di personaggi che di democratico avevano solo l’abito, purtroppo ne esistono tanti ancora oggi.
Riverire chi doveva riverire le “masse” che lo hanno eletto non mi pare giusto, tutto qua.
Dietro questa affermazione che ad una disattenta lettura potrebbe apparire superficiale e grossolana ci sta un giudizio, sedimentato, su un operato politico che non rivendico e che non sento mio, perlomeno nella rappresentazione democratica e nella custodia della fiducia, disattesa, di diversi uomini che con il loro operato hanno contribuito a rendere grande lui e la nostra cittadina.
Ma certo non ci si può fossilizzare sul dopoguerra e sugli attori protagonisti, che tanti Oscar hanno preso, altrimenti continueremo a magnificarne, in un senso o nell’altro, le gesta.
Siamo ad “oggi” lo stesso dell’inizio di questo post, figlio di un trapassato ieri e di un “ieri” più recente.
E di questo “ieri” che semmai io, Gianfranco ed altri dovremo discutere.
Un “ieri” che si traduce in sconfitte elettorali e in accordi ciclostilati che “oggi” si paventa ricorrano sul piano nazionale con un accordo, cui io non credo, fra Berlusca e Veltroni.
A Raffadali questo è accaduto. Quell’accordo è stato fatto.
Ci trovammo alla seconda candidatura di Totò Tuttolomondo dentro il centro sinistra raffadalese l’area politica di Giovanni Iacono Manno.
Si può chiedere ai raffadalesi di far finta di aver votato qualcuno contro qualcun altro nell’arco di un decennio…ma agli italiani lo si potrà mai chiedere??
È per questo che non credo a quest’accordo.
Semmai farei attenzione all’attendismo, passatemelo, delle aree centrali del polo.
Nell’anticamera temporale di quell’elezione ricorreva il congresso del PRC ed io insieme ad altri ci sentivamo autorizzati, grazie anche alle parole spese negli anni per i giovani dai vari compagni del partito, a chiedere un ruolo da coprotagonisti.
Ruolo che era una naturale evoluzione del partito, nelle proprie sedi, e che invece non si è tradotto, nelle proprie sedi, in realtà.
A Vincenzo che dice:”Molti dei giovani raffadalesi che riescono a non essere banali sono transitati da quella organizzazione. Qualche nome? A partire da Gaetano Alessi, e poi tanti altri: Totò Scifo, Massimiliano Lombardo, Josè Galletto, Maurizio Galletto, Andrea Trapani, Totò Frenda,M.Elena Scavariello etc. Certo qualcuno ha pensato di “rusicarisi a corda”, ma ognuno risponde delle proprie azioni.” vorrei solo ricordare l’uso appropriato del termine “transitati”.
Su questo vogliamo soffermarci?
Credo non sia secondario sottolineare il passaggio da Rifondazione verso altri lidi politici, un esodo che avrà una qualche ragione no?
Un esodo che non è e non può essere pensato come una evoluzione .
Semmai come involuzione.
Erano gli anni quelli in cui “. E’ bene che tu sappia che il circolo del mio partito è stato per anni, sotto la mia direzione, il più giovane della provincia: età media 27 anni.”
Erano gli anni in cui il fenomeno emigrativo non era pesante come ai nostri giorni, erano gli anni in cui se Josè si dimetteva dal direttivo c’erano altri 10 giovani pronti ad iscriversi e lavorare nel partito.
Una macchina politica avviata, oliata, rodata e funzionante, su cui si saliva e poi si scendeva per salire su altre (una prassi comune in ogni ordine di gerarchia e rappresentanza, purtroppo anche questa, riproposta recentemente).
La trattazione, se così si può chiamare quella sopra esposta, non è assolutamente esaustiva e mi piacerebbe approfondire e sentire (ci provo sempre) anche altre voci sull’argomento.
Invece mi ha colpito l’elogio di Vincenzo verso il compagno Gato.
Non sono certo qui a sminuirne il ruolo svolto durante l’ultima competizione e negli anni pregressi.
Semmai vorrei capire come Vincenzo coniughi la propria indole a non aver nessuna fregola di apparire con l’elogio di “uno” soltanto degli attori della politica di Raffadali.
Non rivendico ruoli che non mi appartengono.
Io avrei preferito indicare un gruppo di lavoro, sembra più consono ed in linea alle nostre aspettative politiche.
L’interrogativo a cui non riesco a trovare una risposta riguarda, invece, la scelta di Gato e del PRC nella prima vittoria del centro destra.
Che differenza politica esiste fra i due candidati di centro sinistra delle ultime 2 amministrative?
Non riesco davvero a coglierne le ragioni.
Josè
Subscribe to:
Commenti sul post (Atom)
4 commenti:
Jose vorrei risponderti solo ed esclusivamente in una direzione che non è quella tua riguardando le risposte in ambito politico, cioè il lavoro. Fino a questo momento non mi risulta avere avuto delle promesse con qualcuno su qualsiasi cosa, per me c'è stata e continua ad esserci passione per qualcosa che ci accomuna e lo sai benissimo.Non sono mai stato dietro a nessuno e non mi sono mai proposto a qualcosa, ho dato e continuo a dare il mio contributo alla causa. Senza compromessi sottolineando senza compromessi. Nessun problema con Vincenzo Lombardo anzi continuo ad apprezzare i suoi interventi, anche se non la posso pensare su alcuni punti come la pensa Lui. Credo che discutere ci può portare solo ed esclusivamente dei vantaggi, e non ci stiamo sbuttanando al Nemico perchè sono cose risapute, anzi gli unici a non saperlo eravamo Noi. Con questo concludo dicendoti che sarò sempre uno del gruppo che lotta, che spera in un domani senza più pensare al passato, cordialmente Gianfranco Galvano
Credimi sull'argomento ho poco da rispondere,anche perchè, in questo momento, una forma influenzale mi sta togliendo anche la forza di accendere i miei ultimi neuroni...Però mi riprometto di provarci.Ti rispondo sulla scelta del 2002 e del 2007. Quando fù di Giannino Lombardo si veniva da tre anni di scontri furibondi a Sinistra.Io avevo portato Rifondazione all'opposizione dopo la scissione del 98 (ti ricordo che eravamo rimasti davvero in pochi)e rimproveravamo a Tuttolomondo il fatto di avere aperto le gambe a quei personaggi che dopo hanno reso vincente il centro destra a Raffadali.Da questo preludio i rapporti che hanno poi contraddistinto le operazione pre elettorali del 2002 sono stati non molto rosei... traduco in un molto semplice "o state con noi o state con noi..." Detto questo ed avendo un'organizzazione molto stabile, che veniva dal 18 % delle regionali del 2001 (primo partito a Raffadali)con il contributo del gruppo Virone, abbiamo deciso in un'assemblea di correre da soli.Il risultato fu quello che fu (il 5%).Quella scelta la rivendico...anche se oggi non la farei.La politica deve volare sopra i rancori ....non alimentarli.La differenza con l'ultima campagna elettorale è 4 anni di lavoro in comune con le altre forze del centro sinistra.Poi,personalmente, non guidando più un partito non avevo più responsabilità nei confronti di alcuno.Con i compagni di sempre Ale e Peppe, durante un mio ritorno a casa( lavoro fuori da settembre scorso) ci siamo guardati e abbiamo deciso di fare la campagna elettorale. Volevamo le primarie,ma nessuno le voleva, abbiamo parlato con i rappresentanti degli altri partiti,poi con Gianfranco Gueli,abbiamo avuto ampia
autonomia, abbiamo inventato l'esperienza del comitato per valorizzare ogni singola idea e abbiamo affrontato la battaglia elettorale da protagonisti.Sapendo bene che del gruppo originario del "Comitato" nessuno avrebbe tratto vantaggi da una vittoria.Io sarei partito comunque il 16 di maggio,e gli altri sarebbero tornati ai loro pensieri.Volevamo solo che il paese ritornasse a respirare...Non abbiamo mai chiesto nulla e nulla volevamo, nel 2002 il conto era: "quanti assessori vuoi?" ed è una logica che non ho voluto accettare.Forse stava lì la differenza. Sai quanti eravamo all'inizio? In 9 ( Io -Peppe Butticè - Alessandro Bollito - Alfonso Casà - Luigi Plano - Gianfranco Galvano - Gigi Pirrera - Totò Frenda - Totò Lombardo più Emanuel Militello che poi si è defilato).Poi la storia la conosci.
Penso che sia stata una bella storia.
Un abbraccio Gato
Non abbiamo mai chiesto nulla e nulla volevamo, nel 2002 il conto era: "quanti assessori vuoi?"
Questo è quello che dice Tano...
Questo invece è quello che dico io:
TA' ma come ci si poteva permettere allora di fare determinati discorsi se eravamo già col culo a terra dopo che Tuttolomondo era stato sfiduciato? Il problema caro Tano è che non hai capito o non hai voluto capire che il momento era drammatico e ti sei illuso su un 18% che a mio avviso era molto ma molto fittizio.
Oppuru l'aria du cuntinenti ti detti 'ntesta?
No cumpà, mi detti a gula...madonna mia di botta di frevi....Storie vecchie Giò, passate e superate...Ti abbraccio e ti voglio bene
Posta un commento