venerdì 16 novembre 2007
…SOGNO UN PONTE TRASPARENTE CHE GLI UOMINI ATTRAVERSINO DA ORIENTE AD OCCIDENTE…
Pubblicato da Marcella alle 14:25Trovandomi all’estero sono venuta a conoscenza solo ora di una notizia strepitosa : verso la fine di ottobre, la Commissione Bilancio del Senato ha votato lo scioglimento della Società Stretto di Messina e l’annullamento del contratto per la costruzione del Ponte sullo Stretto.
Finalmente! Direi, era ora che i nostri parlamentari dimostrassero un po’ di buon senso. Davvero si rischiava di sfiorare la tragedia, nonché spendere un’ingente somma di denaro in un progetto pressoché inutile. Non riesco ancora a capacitarmi come sia stato possibile convincere così tante persone della fattibilità di questo ponte. Le uniche due spiegazioni plausibili sono due: c’è chi ha sentito l’odore dei soldi; c’è chi crede nelle favole più di me e ha pensato bene che il ponte sarebbe stata la soluzione a tutti mali della nostra isola!
Fortunatamente dopo anni di lotte, il WWF c’è l’ha fatta!
Ma non è stato mica facile lottare contro il volere del “sultano”, nemmeno per un’organizzazione internazionale così importante come il WWF. Sono stati necessari ricorsi amministrativi, denunce alla Corte dei Conti, alla magistratura penale , nonché alla Commissione Europea, la quale ha aperto una procedura di infrazione contro l’Italia (la “Stretto di Messina S.p.A” nel suo Studio di Impatto Ambientale, presenta oltre 100 lacune ed omissioni, e non ha tenuto conto dell’impatto che l’opera avrebbe avuto sulle Zone di Protezione Speciale protette dalla C.E.).
Adesso gli italiani dovranno pagare di tasca propria le penali alle imprese che si erano aggiudicate la realizzazione del progetto, ma la somma è irrisoria rispetto al reale costo dell’opera.
Il WWF ricorda, a tal punto, che i 4.4 miliardi di euro, posti a base di gara, sono in realtà pochi. “Essi non tenevano conto della lievitazione del costo dei materiali (prima di tutto l’acciaio), del raddoppio dei tempi dei cantieri (da 6 ad almeno 12 anni), dei costi aggiuntivi derivanti dalle oltre 35 prescrizioni contenute nella Delibera CIPE 66/2003 per limitare l’impatto ambientale. Tutti aspetti che avrebbero portato ad incrementi dai 1,5 ai 3 miliardi di euro.”
Il reale costo dell’opera si sarebbe aggirato, secondo il Governo, attorno ai 6 miliardi di euro.
Naturalmente per guadagnarci un altro po’, la Stretto di Messina S.p.A. ha siglato una convenzione con l’RFI S.p.A. (società pubblica che gestisce l’infrastruttura ferroviaria), in base alla quale quest’ultima avrebbe dovuto pagare 138 milioni di euro in quarant’anni per assicurarsi il diritto di transito. E da dove vengono i soldi pagati dalle ferrovie? Suppongo dalle nostre tasse.
Tutte queste spese in vista di un traffico veicolare privato che nel 2032 avrebbe raggiunto 18.500 veicoli al giorno (crescita alta) o di 10.500 (crescita bassa), mentre il Ponte era progettato per il transito di 100 mila veicoli al giorno (stime ufficiali di DICOTER, organo tecnico del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti)
Per non parlare del gravissimo danno ambientale e dei rischi a cui si sarebbe andati incontro:
il progetto del ponte si è, infatti, basato solo sul terremoto di Messina del 1908 con magnitudo di 7.1 Richter, mentre nel mondo sono stati registrati terremoti con magnitudo 8.9. Di scosse, invece, ne sono state calcolate 30 al secondo, quando solo in Italia, siamo arrivati a scosse della durata di 80 secondi
Dunque 3,3 km di ponte sospeso ad unica campata!!! A questo punto perchè non costruire un megacavalcavia e arriviamo a Trapani?
Il ponte ad unica campata sia ferroviario che stradale più lungo è il Minami Bisan-Seto in Giappone con i suoi 1.9 km. E se non sono in grado di costruirlo i Giapponesi un ponte più lungo…dubito possiamo permetterci una tale presunzione noi siciliani che non siamo buoni a fare nemmeno una stradella comunale!
Infine per completare l’opera, una volta arrivati a Messina, non essendoci una rete autostradale né una decente rete ferroviaria, per arrivare ad Agrigento sarebbero servite dalle 4 alle 6 ore!
Fortunatamente quest’incubo è finito e il WWF sta adesso sollecitando il Governo ad occuparsi di quelle infrastrutture realmente necessarie alla Sicilia: rete ferroviaria ed autostradale in primis!
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