mercoledì 8 aprile 2015
Sulle note
stampa raffadalesi di questi giorni.
Ad un
pregnante comunicato
del Direttivo del PD che giustifica la propria scelta attraverso la
“eccezionale” prossima campagna elettorale che vede (udite udite) la ri-discesa
(‘ntra pinnina) in campo di Silvio Cuffaro, il Patto per il Territorio risponde
con una enciclica.
L’insolita (nei
toni) ecumenica e pacifica nota stampa del Patto stride con il testo del PD che
si dichiara “proteso alla redenzione e bonifica
della realtà Raffadalese ammorbata da diversi anni di malgoverno Cuffariano”
ribadendo che “tale circostanza (la
ri-discesa) non può che assumere
particolare risonanza non solo locale, ma provinciale, regionale e nazionale
per la spregiudicatezza che tale candidatura esprime”.
Se si
considera che il Partito di Piazza Cesare Sessa ha tollerato financo che un
proprio consigliere, eletto quindi nelle proprie liste, si permettesse di
esprimere - per il ruolo allora occupato – pubblici messaggi di solidarietà al
fratello dell’odierno candidato a Sindaco Cuffaro si può senza ombra alcuna
affermare che le “profonde riflessioni”
(di cui si parla nel comunicato del PD) non sono soltanto avviate ma
consolidate.
Finalmente,
era ora!
Il Patto per
il Territorio pretende - legittimamente - le scuse e non comprende i toni.
Difficile che
arrivino le scuse.
Difficile.
Sui toni - odierni
e pregressi - potrebbe invece chiedere, tra i tanti, a Santino Farruggia che
nel 2007 si è candidato nelle liste dei DS a favore di Gianfranco Gueli e contro
Silvio Cuffaro.
Avercele
queste possibilità nel PD.
Infine, almeno
dopo questi comunicati: basta con le foto di gruppo.
Nelle giornate
pre e post pasquali un altro veloce giro di comunicati stampa.
Il 3 aprile l’Aggregazione
di Centro, per mano di Totò Puglisi, scrive:”Si prende atto, dopo una travagliata dialettica politica tutta interna
al PD raffadalese, della candidatura a sindaco di Pietro Giglione, il nostro
augurio è che la prossima campagna elettorale sia ricca di idee e di programmi
per il bene della collettività tutta e non invece la solita campagna elettorale
incentrata sulla mistificazione demagogica della realtà, così come “certa
parte” della sinistra di Raffadali è abituata a fare“
Insomma un
doppio invito al PD.
Primo: non
facciamo scherzi, non cambiate il candidato. Noi ne abbiamo preso atto e lo
ratifichiamo con questo comunicato.
Secondo:
cerchiamo di tenere i toni bassi e confrontiamoci, semmai, su argomenti alti.
Il 5 Aprile a
firma del Direttivo
del Circolo PD “Cesare Sessa” si legge:”Si
è riunito il 4 aprile 2015, con la presenza del segretario provinciale del Pd
Giuseppe Zambito, di Nelli Scilabra, capo della segreteria particolare del
presidente Crocetta, e dei parlamentari agrigentini Angelo Capodicasa, Maria
Iacono, Tonino Moscatt e Giovanni Panepinto, il comitato direttivo del
circolo “Cesare Sessa” di Raffadali” e
poi “unanimamente, nel corso dell’incontro, è stata riconosciuta nella figura
di Piero Giglione, già consigliere comunale di questa città, oltre che
assessore e consigliere provinciale ed attuale segretario della CNA
provinciale, una candidatura a sindaco della coalizione autorevole, forte e di
coesione“
Risposta al
primo invito del 3 aprile: anche noi abbiamo i nostri notai che hanno
ratificato una nostra unanime scelta.
Il secondo
invito non viene colto.
Dichiara, per
inciso, infatti il Comitato Direttivo del PD:”E’ stata espressa la unanime volontà di proseguire il percorso politico
con NCD ed MPA per concorrere, assieme ad altre espressioni politiche e
culturali presenti nel territorio, alla prossima campagna elettorale e per
rimarcare un netto distacco dal riemergere di forme di malgoverno e dannose
esperienze clientelari, che certamente non hanno fatto onore a Raffadali ed
alla Sicilia tutta, attraverso candidature evocative di quel sistema, oggi più
che mai improponibili nel nostro paese. Tale scelta, oltre alla sua valenza
politica, assume particolare valore etico e morale, in continuità con la
meritoria opera svolta dall’Onorevole Giacomo Di Benedetto, alla guida della
Municipalità, e da tutte le associazioni e sensibilità presenti nel territorio,
portatrici dei valori di trasparenza, legalità e buon governo”
Queste ultime
frasi hanno lo scopo di richiamare nell’alveo di una alleanza - terminata con
la scomparsa di Giacomo Di Benedetto - l’MPA e ora anche l’NCD e di rimarcare,
attraverso il riferimento a “candidature
evocative di sistemi clientelari e di malgoverno” che non intendono
abbassare i toni né mutare versante comunicativo.
Fino alla data
del 5 aprile quindi solo comunicati collegiali.
Per favorire
la lettura le firme, dei comunicati sopra citati, sono: del Comitato Direttivo
del PD, del Patto per il Territorio, del Coordinamento dell’Aggregazione di
Centro.
Da questo
momento in poi i comunicati stampa perderanno la natura collegiale/unanimistica
a favore del Nome e Cognome dell’autore.
Al Comunicato
del Direttivo PD del 5 aprile risponde a stretto giro di posta l’NCD
attraverso Fabio Sciabica il quale all’avvicinamento/ammiccamento del PD ribatte
con una presa di distanza dichiarando: “Vogliamo
ribadire che la nostra coalizione viaggia ormai da sola e non ha più alcuna
intenzione di rapportarsi con questo PD e in particolare col candidato Giglione
del quale mi astengo dal fare qualsiasi valutazione politica, ma della quale i
raffadalesi, molto presto, potranno rendersi conto“.
In soldoni: il
candidato lo avete scelto voi, richiamandovi ad una autonomia fino a ieri mai
rivendicata, ora sostenetevelo.
Aggiunge
Sciabica: “Chiudo nell’annunciare, forti
anche del beneplacito del Ministro Alfano, che subito dopo le festività
pasquali, dopo aver appurato la disponibilità temporale e logistica di tutti i
protagonisti, usciremo con un comunicato stampa con il quale annunceremo la
convocazione di una conferenza stampa alla presenza dei maggiori esponenti in
provincia di NCD, MPA e UDC, durante la quale ci sarà l’ufficializzazione e la
presentazione del candidato sindaco della nostra coalizione.“
Le festività
pasquali sono passate ma non c’è ombra di comunicato stampa e men che meno di
candidato.
Il botto
finale arriva però nella giornata del 6 aprile 2015.
Silvio Cuffaro
scrive al Circolo del PD.
Bisogna
leggere bene quello che ha scritto perché ci svela alcuni particolari.
Il contenuto
potrebbe sinteticamente ridursi a:”Il tempo delle encicliche è terminato”.
Andando nel
dettaglio si notano alcune cose e tra le tante l’utilizzo di termini desueti
(giannizzeri, caudatari, cortigiani, reggicoda e sgherri) che potrebbero
servire a qualificare anche il seguito elettorale dello stesso Cuffaro.
Una passatina Cuffaro
la riserva anche al ”parterre de rois
avversario: il segretario provinciale del Pd Giuseppe Zambito, Nelli Scilabra –
ex assessore regionale della formazione e capo della segreteria particolare del
presidente Crocetta - i parlamentari agrigentini nazionali e regionali.“
Ma è un
tranello.
Perché mentre alla
Scilabra viene dedicato un duro attacco (che per comodità di lettura si
riporta: “Parlano di clientelismo, ormai
come un termine senza significato. Infatti non si capisce come si possa fare
clientelismo non avendo l’arma necessaria per farlo, cioè il potere. Cioè quel
potere, utilizzato da loro, per farli crescere come partito in cambio di
benefici personali. È stata forse la presenza di Nelli Scilabra, alto esponente
del governo ed oggi della segreteria del presidente Crocetta, a ispirare questo
termine, considerato che appartiene come contenuti, procedure e modi di fare politica all’era
Crocetta, che hanno tinteggiato circa tre anni di malgoverno e di distruzione
totale della Sicilia?”) agli altri deputati non è riservato lo stesso
trattamento.
Capodicasa non
è neanche menzionato, mentre di Panepinto viene citata una frase (virgolettata
ed evidenziata in grassetto) che suffraga le considerazioni di Silvio Cuffaro
sulla Scilabra e di converso sul Governo Crocetta. Operazione ripetuta con le
dichiarazioni (definite stizzite) di Fabio Sciabica.
Quindi tutti
esenti tranne l’ex Assessore Regionale alla Formazione ed il Presidente
Crocetta (che non era del parterre de rois).
E ciò cosa sta
a significare?
Che con molta
probabilità Cuffaro ha consapevolezza, e lo scrive, di chi sta offrendo
copertura politica alla candidatura di Giglione nel PD.
Non si risparmia
infine, Cuffaro, nell’attaccare la dirigenza locale del PD e l’unico candidato
a Sindaco oggi ufficialmente in campo.
Della prima
scrive “E’ incontrovertibile un fatto:
oramai, siamo arrivati alla politica del tragicomico con infelici protagonisti
i vertici del PD raffadalese, pietose e insulse maschere di sé stessi.“ del
secondo “I volgarissimi difensori delle
sciagurate scelte politiche del PD locale - novelli giannizzeri, pronti a
(s)parlare quando tutti gridano e a tacere quando tutti stanno zitti ad
ascoltarli, sono scesi in campo a prestare soccorso alla candidatura di Piero
Giglione, che nei suoi lunghi trascorsi politici, si è caratterizzato per non
aver mai detto nulla, nessuna progettualità - buona o cattiva - nessuna
proposta politica.“
Insomma
sinceri complimenti e congratulazioni.
Manca ancora
un comunicato non collegiale.
Lo attendiamo.
Josè Galletto
lunedì 2 marzo 2015
Nel periodo
delle scuole superiori un mio insegnante era solito - all’inizio dell’anno
scolastico - minacciarci con la frase riportata nel titolo: “CARUSI ASTANNU AABOCCIU!!!” (espressa
con cadenza catanese).
Serviva da monito.
La minaccia
veniva smentita dai fatti e dalle azioni che lo stesso docente metteva in campo
durante l’intero anno scolastico, finendo col confermare nel proprio voto la
media voti di tutti gli altri colleghi.
La prima volta
che sentimmo sta frase rimanemmo tutti sorpresi (avendo avuto modo nell’anno
precedente di apprezzare le qualità del docente rivolte prevalentemente ad
ambiti extradidattici).
Ci domandammo
(con sole taliate): Chi sta succidennu? Ma
soprattutto chi ci succidii a iddu?
La seconda volta
che sentimmo la famosa frase un mio compagno di classe (che come tutti noi ne
conosceva vizi e propensioni) ribatté con “DOVE ANDREMO IN GITA QUEST’ANNO
PRUFISSU’?”.
Lui rispose,
dimenticando la minaccia appena profusa, con: “ASTANNU SIRACUSA”.
Insomma l’haviamu
sgamatu.
mercoledì 11 febbraio 2015
Come riporta il portale Agrigento Notizie - ed a seguire gli altri portali on line dell'agrigentino - ecco il primo candidato ufficiale delle prossime amministrative raffadalesi.
Com'è noto si tratta di Silvio Cuffaro il quale però tiene a precisare che "tuttavia, se venisse proposto un altro nome in grado di svolgere
il mio stesso compito sono sempre pronto a fare un passo indietro"
Una candidatura con riserva quindi.
Ieri sono apparsi i manifesti (che per comodità allego) in cui compare la scritta: "Noi per Raffadali con Cuffaro Sindaco".
Rileggo le dichiarazioni virgolettate: Pronto a fare un passo indietro sul nome.....ma non sul cognome!!“
Potrebbe interessarti: http://raffadali.agrigentonotizie.it/raffadali-cuffaro-centro-destra-amministrative-candidato-sindaco-9-febbraio-2015.html
sabato 7 febbraio 2015
SETTI FRIVARU 2015 - RAFADALI
MENTRE IN ALTRA LOCALITA' LE LUCI ILLUMINAVANO L'EVENTO DELL'ANNO 'A CHIAZZA DI RAFADALI ALLA STESSA ORA APPARIVA COSI': 'O SCURU.
OPERA DI UN CASAMULU?
giovedì 25 dicembre 2014
“So di essere di media
statura ma non vedo giganti attorno a me” estratta dal Divo di Sorrentino.
Con una frase simile a questa il buon Giacomo Di Benedetto
avrebbe chiuso sul nascere la discussione sulla propria riconferma alla
poltrona di Sindaco di Raffadali nell’ambito della maggioranza che lo
sosteneva.
Sappiamo che ciò non potrà avvenire. Ad appena due anni
dall’insediamento Giacomo non c’è più.
Si inizia ora ufficialmente (da tempo, invece,
ufficiosamente con tempistiche analoghe alle notorie vicende del sisma
aquilano) a discutere sui nomi dei papabili alla poltrona di primo cittadino.
L’emozione che ha seguito l’epilogo di questa
Amministrazione è stata ben più grande di quella suscitata durante i lavori
della stessa. Troppo tragica ed inattesa è stata la fine di Giacomo per
fermarsi a riflettere su ciò che l’Amministrazione aveva prodotto e sulle
dinamiche che la stavano attraversando.
Analizzarlo ora potrebbe apparire un esercizio di retorica.
Invece, ed in questo penso di compiere un atto di onestà nei
confronti innanzitutto di Giacomo, è necessario ripartire da dove ci si è
fermati rendendo pubblici anche i delicati passaggi che si stavano consumando
all’epoca e che la morte del Sindaco ha congelato, bloccato, reciso.
L’Amministrazione attraversava una delicata fase che aveva
visto la fuoriuscita di alcuni consiglieri dai ranghi di maggioranza.
Faccio notare che nelle note stampa in cui comunicavano le
loro scelte, i suddetti avevano il piacere di dichiarare che “valuterò i singoli atti amministrativi
approvando soltanto quelli che riterrò utili nell’interesse dei cittadini di
Raffadali” e quindi, andando per logica, di aver fatto tutt’altro prima.
I numeri della maggioranza erano quindi risicati.
Ma cosa bolliva in pentola?
In via ufficiale: i comunicati stampa dei consiglieri di
opposizione si succedevano a ritmo incessante (basta andare sul portale di
Agrigentonotizie per valutarne consistenza e successione) ed avevano un
significato che andava ben oltre le parole ivi scritte. Si possono (e si
potevano leggere) con questa frase “Sinnacu quannu mi chiami?”.
E siccome il Sindaco non li chiamava i consiglieri
scrivevano.
In via ufficiosa: da ambiti di natura extraconsiliare
arrivavano a Giacomo, attraverso un altro Sindaco che da poco si era insediato
nel paese di Sciascia, proposte di appoggio esterno da regolarizzare mediante
ingresso in Giunta. A questa proposta Giacomo oppose un netto diniego, dandone
inoltre dovuta pubblicità. L’autore della proposta compare oggi fra i nomi dei
possibili candidati nell’ambito del centro-destra (per ora). (Per maggiori
dettagli si veda http://raffadali.agrigentonotizie.it/raffadali-elezioni-comunali-sindaco-candidati-coalizioni-15-ottobre-2014.html).
Nel PD era in corso, come da accordi, la discussione sulla
successione di Pedalino in Giunta. Al fotofinish l’aveva spuntata Maria Bruno
su Giovanni Mangione che altrettanto legittimamente teneva a ricoprire un ruolo
di Governo.
Allora che ti vanno a pensare gli strateghi della minoranza?
Andiamo a minare la solidità della maggioranza attraverso la
leva della rivalsa. Proponiamo a Mangione di rifarsi offrendogli la poltrona di
Presidente del Consiglio. Sfiduciamo l’attuale e lo proponiamo noi. Anche
questo tentativo è stato vano.
E allora chi facemu?
A latere molto a latere, da uno che a latere c’era stato
fino a poco tempo prima, viene l’idea delle “dimissioni contestuali della
maggioranza dei consiglieri” modalità prevista dall’art. 141 del T.U.E.L. il
quale stabilisce, in via straordinaria ed eccezionale, che i Consigli comunali
(o provinciali) vengano sciolti con decreto del Presidente della Repubblica, su
proposta del Ministro dell’Interno quando ricorra fra l’altro la seguente
situazione “cessazione dalla carica per
dimissioni contestuali, ovvero rese anche con atti separati purché
contemporaneamente presentati al protocollo dell’ente, della metà più uno dei
membri assegnati”.
Una pensata diabolica
(?) che avrebbe avuto l’effetto di
sciogliere il Consiglio Comunale portando quindi a nuove elezioni tale organo
(e secondo alcuni anche del Sindaco entro un anno, ipotesi per la quale non ho
trovato concrete basi normative in merito).
L’autore di una tale valente
azione si sarebbe guadagnato il titolo cittadino di liberatore dal Giacominismo
(dopo esserne magari stato primo promotore). Ma l’inattesa morte di Giacomo
(semmai il liberatore ci fosse mai riuscito) lo ha anticipato facendolo
presentare al proprio partito (l’ultimo dell’epoca s’intende) per quello che
era sempre stato.
E cosa accadeva in Consiglio Comunale nel mentre?
Doveva essere effettuata la surroga del Consigliere Maria
Bruno con Sabrina Mangione. Vi era però una difficoltà oggettiva a raggiungere
il numero legale.
Nasce qui la strategia “dell’ultimo uomo”.
Questa strategia si compone di due parti.
Nella prima parte “l’ultimo uomo” è presente, assiste,
decide, sposta nell’ambito della maggioranza e sostiene l’azione
dell’Amministrazione.
Nella seconda parte riduce la propria presenza, assiste
poco, non può più decidere ed alla domanda se verrà in consiglio risponde “ si
siti unnici j sugnu u dudicesimu” oppure “ si siti dudici j sugnu u
tridicesimu” e via di questo passo…mantenendo sempre la qualifica
(alta-altissima) de “l’ultimo uomo”.
A questo punto accade l’imponderabile. Muore il Sindaco.
Quest’evento incide pesantemente su entrambe le compagini
politiche (di governo e di opposizione).
Nella maggioranza l’inatteso evento provoca un addensarsi di
nuvole sul futuro. Nel breve periodo con ricadute immediate sulla Giunta (che
decade nelle funzioni subito e andrà via alla presenza del Commissario nominato
da Crocetta) e nel lungo periodo sugli equilibri che la persona di Giacomo
garantiva e che dovranno essere necessariamente rivisti senza aver certezza
degli interlocutori.
Tutto ciò avviene inoltre quando ancora nessuna personalità
nel centro sinistra è emersa al di fuori del Sindaco. I nani (riferito alla
frase iniziale) si ritrovano quindi di botto adulti senza nessuno che li protegga e ne faccia da parafulmine. Fra di
loro si aggira qualche “falso nano” che attendeva gli ultimi mesi di
legislatura per incassare ed i cui piani sono saltati in aria.
Nell’opposizione (consiliare ed extraconsiliare) la
strategia di avvicinamento alle elezioni (del 2017) aveva un unico argomento:
demonizzare il Sindaco. Attaccarlo per qualsiasi causa o ragione. Chiederne le
dimissioni costantemente ed incessantemente (salvo poi proporsi, tramite terzi, come “salvagente” per la
prosecuzione dell’Amministrazione).
Tutto finito.
Non solo non era possibile attaccare politicamente il
Sindaco (che non c’era più) ma era financo inopportuno parlare di Giacomo viste
le tragiche modalità della dipartita.
Allora SILENZIO e videmu quannu si va vota.
Intanto si insedia il Commissario Parrinello (siamo ad
agosto) e finalmente arriva la notizia tanto attesa dagli operatori politici:
si vota in primavera.
Repentino cambio di strategia per chi lavorava su una
candidatura ad effetto sorpresa e inabissamento di tutti i pretendenti allo
scranno sindacale.
Nel mentre personaggi che mai (cioè neanche una volta) avevano
messo piede al Palazzo di Città durante l’amministrazione di Giacomo Di
Benedetto iniziano a bazzicare la stanza del neo Commissario con frequenze
sospette.
Anche per loro però arriva la sorpresa. Un cambio in corsa
(tra Parrinello e Guarino) che ne giustifica la conseguente assenza dal
Municipio.
Ma quello che succede il 4 Dicembre neanche Giacomo avrebbe
potuto prevederlo.
La maggioranza mutilata (chiamata oramai ex maggioranza in
ambiti giornalistici) trova un insperato sostegno dalla ex minoranza.
Il gioco delle ex porta all’approvazione, nell’ultimo giorno
utile, del bilancio. Salvo quindi il Consiglio Comunale.
Ci si sarebbe attesi una veemente reazione da ambienti
extraconsiliari recentemente adusi a comunicati stampa al vetriolo.
Invece SILENZIO.
Hanno voglia, gli stessi, a lamentarsi del SILENZIO
ASSORDANTE…insomma è anche l’opera dei MUTI.
martedì 23 settembre 2014
NON SOLO NON E' PECCATO....MA SUPERLECCO...PARI FATTU APPOSTA!
RADIO: L'OSSO?...O L'ABBREVIATIVO DI RADIOGRAFIA?
SULL'ARGOMENTO ANCHE IL POST ASPE' ASPE'
martedì 16 settembre 2014
AMMINISTRATIVE A RAFFADALI: DALL’ APPOSTAMENTO ALL’ INFIRETTAMENTO
0 commenti Pubblicato da josè alle 21:43
È da poco iniziata la nuova
stagione venatoria in Sicilia e sin dal regime di preapertura è possibile
cacciare il coniglio selvatico.
Ogni cacciatore pertanto adotta una
propria tecnica in funzione dei mezzi consentiti.
Laddove l’uso del furetto è
inibito il cacciatore si mette in posizione di attesa (appostamento) dinanzi
alle tane nella speranza che il leporide fuoriesca.
Più o meno è quello che stava
succedendo a Raffadali negli ultimi tempi.
Le voci di elezioni a novembre
hanno indirizzato gli operatori politici a mettersi “a li posti” in attesa cioè che
uscisse il candidato.
La Giunta Regionale ha invece
deciso, oggi, che si voterà in primavera.
Quindi si cambia tecnica di
caccia.
Vi sarà una massiccia
introduzione di mustelidi nelle tane (“infirettamento”)
ma.....il coniglio non uscirà prima di dicembre-gennaio.
P.S. Ricordatevi di recuperare il
furetto quando il coniglio sarà uscito.
giovedì 15 maggio 2014
Il I maggio raffadalese ha vissuto quest’anno l’avvento di alcune
sfiziose novità.
Iniziamo dalla mattinata.
L’atmosfera era da “notte bianca”, ovunque ti giravi c’era entertainment.
Da bambino lo apprezzavo di più.
Divertito seguivo il bendato che doveva rompere le pentole di ceramica
con il bastone, l’arrampicata sul palo (insaponato a dovere) della Piazzetta
Europa, il tiro alla fune.
Seguivo questi giochi mattutini (all’epoca entertainment non era di moda) dopo essere passato dalla Camera del
Lavoro in cui venivano distribuite le bandierine rosse.
Col tempo alcune di queste “consuetudini” sono scomparse senza tuttavia
essere rimpiazzate da altre.
La scomparsa delle bandiere rosse si è avuta anche nel corteo pomeridiano
che muove da Piazza Progresso per ritornarvi dopo aver percorso le vie
cittadine.
In tempi recenti (più o meno un lustro fa) alcune novità si presentarono
tuttavia.
Personaggi fino ad allora poco o per nulla inclini a frequentare il
“tradizionale” corteo ne fecero parte (obtortocollo).
In quel periodo i nuovi arrivati si
spinsero a chiedere che non venissero suonati dalla banda (che precede il
corteo) quelli che oggi vengono definiti “i
canti del primo maggio”.
L’atteggiamento di queste new entry
è stato nel tempo skizofrenico.
Il primo maggio diveniva pertanto, e a seconda dei casi, una tradizione “orgoglio della Sicilia che lavora” per
poi essere bistrattato (nella tradizione intendo) con la rimozione (o con
l’intenzione di rimozione) di alcune appunto tradizionali consuetudini.
Va da sé che comunque qualcosa ha resistito a questo grande tillaru che ha arato Raffadali.
Elementi di novità si sono registrati l’anno scorso con la presenza in
corteo dell’arciprete Livatino ( presenza ripetuta nel 2014 con l’associazione
Libera).
Quest’anno le new entry - di
cui parlavo sopra - hanno pensato ad una assoluta novità. Non più bandiere e
canti inneggianti al “bianco fiore simbol
d’amore” ma fischietti.
Sarebbe stato bello godere di tali novità negli anni in cui questi gloriosi per volontà popolare erano alla
testa del corteo.
Meglio tardi che mai.
INFURIA LA BUFERA?
Quest’anno non ho potuto assistere all’intero comizio sindacale. Ho
seguito – tra l’altro solo parzialmente - la parte in cui parlava il Segretario
Cittadino della CGIL.
Non ho quindi potuto seguire il famoso intervento di Giacomo di
Benedetto.
A quanto pare è stato il contenuto, e la durata, di tale intervento a
creare le condizioni affinché la polemica indotta, multi provocatoria e multi provocata,
durante il corteo trovasse sfogo.
Non ho potuto assistere all’intervento del Sindaco in quel del I maggio ma
ho assistito ad un suo intervento durante la presentazione del libro “La Banda
Sacco” ed in quella occasione ho appurato che l’attitudine oratoria di Giacomo
lo porta a parlare della propria esperienza (si parlava di legalità).
Personalmente ho trovato quell’intervento piuttosto lungo e non completamente
sovrapponibile alla manifestazione in cui si era. Non si tratta di mettere in
discussione le parole del Sindaco, ciò che la sua amministrazione aveva fatto e
cosa si apprestava a fare. Semplicemente non mi sembrava un occasione adatta
per elencare, seppur in forma ragionata, tutte le azioni che questa
Amministrazione ha messo in campo per la legalità.
I fatti di cui parlava il Sindaco in quella manifestazione riguardavano –
esclusivamente - il periodo della propria sindacatura (da due anni a questa
parte). Nessuna menzione e nessun riferimento alle azioni che aveva o avrebbe
potuto intraprendere come segretario cittadino del PD e/o come deputato all’ARS
nel periodo in cui nella poltrona di primo cittadino a Raffadali sedevano
personalità a lui politicamente distanti.
Ritornando al I maggio 2014 ecco quindi i paladini della tradizione affermare che: “ci rimane questo I maggio fiore all’occhiello di questa amministrazione
e dei suoi sodali” (ricordo che tale termine da almeno un paio di anni è
coperto da copyright) per “dimostrare la
nostra profonda indignazione per come le cose vanno a Raffadali” e “quindi noi volevamo inscenare qualcosa, che
la Costituzione ci permette, un libero pensiero, una libera manifestazione
delle proprie idee”.
Le parole virgolettate sono di Santino Farruggia e sono tratte dalla
trasmissione “Speciale Interviste” andata in onda su AGTV il 02 maggio 2014.
Trasmissione in cui non si poteva fare a meno di notare la disuniformità
dell’arredamento.
Se fosse la Costituzione il metro di valutazione degli eventi accaduti
nel trascorso I maggio la questione sarebbe già di per sé risolta anzi non
sarebbe mai nata.
Non si capirebbe altrimenti perché alcuni secondo la nostra Carta possano
“inscenare..un pensiero, una libera
manifestazioni delle idee” ed altri no e non si capirebbe la polemica che
ha seguito la giornata del I maggio.
Stando così le cose non si tratta di ciò che dice la Carta Costituzionale
ma di una interpretazione autentica della stessa.
La realtà è molto più semplice e fa riferimento all’opportunità degli
atteggiamenti.
I paladini della tradizione ben
sanno che i fischietti nel corteo del I maggio non rappresentano una
consuetudine (avrebbero potuta innestarla loro questa novità magari in prima
fila due anni addietro) ma pretendono che il Sindaco, quello sì, sia rispettoso
delle tradizioni.
Paradossi nostrani.
C'é stato anche chi ha voluto manifestare il proprio dissenso nel rispetto della tradizione.
Attraverso la "parata" di un camion, Nino Vizzì ad esempio, ha rappresentato le recenti cronache politiche raffadalesi.
C'é stato anche chi ha voluto manifestare il proprio dissenso nel rispetto della tradizione.
Attraverso la "parata" di un camion, Nino Vizzì ad esempio, ha rappresentato le recenti cronache politiche raffadalesi.
Sempre in relazione alla trasmissione di AGTV diverso è il discorso fatto
da Silvio Cuffaro che ha difeso il proprio operato dinanzi agli attacchi
ricevuti durante il comizio facendo più volte uso di documenti (dandone anche
parziale lettura), minacciando querele e condendo il tutto con riferimenti ad
assessori, incarichi, indennità, AEG, Girgenti Acque.
Silvio Cuffaro chiede a gran voce, in alternativa alla querela, un
confronto televisivo carte alla mano con Giacomo Di Benedetto.
Perché non concederlo?
Finalmente potremmo capire qualcosa in più sulla vicenda AEG (tra l’altro
su questo verte l’intervento in trasmissione di Giovanna Vinti).
Intanto Silvio Cuffaro potrebbe mettere a disposizione della cittadinanza
il copioso carteggio portato in trasmissione......magari attraverso L’Altra
Raffadali.
P.S.: Una
richiesta di novità la vorrei fare anch’io per le prossime annate.
Individuare nella
mattinata uno spazio ed un tempo dove sia possibile parlare di “lavoro” con
personalità di spicco del mondo della politica, delle istituzioni e
dell’economia
Immagino ad un
evento nell’evento che possa servire anche da “promo” per la festa.
mercoledì 19 marzo 2014
L’altra sera stavo vedendo il film “Noi credevamo”.
Un bel film sul Risorgimento italiano.
Ad un certo punto del film alcuni dei protagonisti vengono arrestati dai Borboni e portati in carcere.
Siamo nel carcere, i reclusi si stanno preparando per mangiare e nel far ciò uno di essi si mette a grattare un pezzo di formaggio.
Il rumore di tale “grattata” insospettisce le guardie che avvisano il comandante del carcere. Questi fa suonare una campanella d’allarme e fa condurre i carcerati in un patio facendo assumere alle proprie guardie la posizione del plotone d’esecuzione.
I carcerati si trovano ora affiancati l’un l’altro e addossati ad un muro.
Il comandante del carcere offre loro una via di scampo intimando di dire “Viva ‘o re” ma nessuno profferisce tali parole eccetto lui.
Il comandante ci riprova reiterando più volte “Alluccate Viva ‘o Re” ma nessuno dei carcerati coglie quell’occasione per aver salva la vita.
Il plotone oramai schierato si appresta a fare fuoco…per fortuna dei carcerati le guardie, ovviamente sotto l’ordine del comandante, sparano in aria.
Nel vedere questa scena mi è venuto, non so perché, naturale fare una sostituzione dei nove carcerati con nove odierni rafadalisi.
Ebbene: il plotone non avrebbe sparato.
lunedì 24 febbraio 2014
Riporto in
sintesi dal volantino distribuito:
Il prossimo 3
marzo il comitato spontaneo ed apartitico “L’Altra Raffadali” ha fissato una
mobilitazione in piazza contro il Caro Tares e la ventilata (e quasi certa)
installazione dei contatori dell’acqua da parte di Girgenti Acque.
A tali ragioni
si aggiungono anche (nel citato volantino distribuito in città) altri
disservizi: traffico cittadino, pulizia delle strade, centro storico, scuole
che cadono a pezzi, non attivazione della raccolta differenziata “porta a
porta”, carenza di aiuti per i cittadini più poveri e per i cittadini
diversamente abili e da ultimo (lo spauracchio) la paventata ipotesi
dell’installazione dei contatori di Girgenti Acque con il conseguente rischio
che le bollette dell’acqua aumentino vertiginosamente.
Ovviamente
“L’Altra Raffadali” si oppone a tutto ciò.
A ciò si
aggiunge che “dalla manifestazione noi de “L’Altra Raffadali” VOGLIAMO una
risposta dal Sindaco chiara e l’assunzione di un impegno pubblico dinanzi a
tutti i cittadini.”
Infine si
riporta che “le nostre proposte sono state illustrate in sede dell’inutile
incontro del 23/01/2014….e QUESTA AMMINISTRAZIONE ci ha PRESI IN GIRO,
mortificandoci ed umiliandoci.”
Riporto per
completezza d’informazione i link sull’argomento della testata
Agrigentonotizie:
- 19.01.2014 Caro-Tares, l'amministrazione incontra i rappresentanti di categoria;
- 24.01.2014 Incontro sul caro-tares, i commercianti ci vanno "organizzati";
- 07.02.2014 Caro-Tares, l'amministrazione "chiarisce";
- 09.02.2014 Caro-tares, "L'Altra Raffadali" replica all'amministrazione comunale;
- 17.02.2014 L'Altra Raffadali critica l'immobilismo dell'amministrazione comunale;
- 22.02.2014 Raffadali, annunciato uno sciopero e l'occupazione (pacifica) del municipio.
Nel seguito nel
riferirmi a tali notizie utilizzerò i numeri dell’elenco sopra riportato.
INIZIEREI DALLA QUALIFICA
“L’Altra
Raffadali” è un comitato spontaneo ed apartitico.
Questo sarebbe a
significare che è estraneo ai partiti politici.
Se tale
dichiarazione è vera (e non potremo contestarla a priori) a ciò consegue che a
“L’Altra Raffadali” nulla importa (o dovrebbe importare) dei partiti e delle
loro logiche e dinamiche.
Curiosamente in
[5] “L’Altra Raffadali” fa esplicito riferimento ai partiti chiedendo conto di
una probabile new entry dell’UDC al governo (leggasi assessorato) al segretario
del PD.
Non bastasse ciò
a seguire afferma “L'Altra Raffadali si tira fuori dagli “inciuci” di questo
vecchio modo di fare politica “.
Ma se è
apartitico perché si tira fuori?
Questo significa
che ne era dentro?
IL TARES (GRATUITÀ E CHIAROVEGGENZA)
Il primo
incontro è del 19.01.2014 [1] e ancora non si parla de “L’Altra Raffadali” che
compare invece (con cifre alla mano) il 24.01.2014 [2].
In [2] si entra
nel merito della questione TARES-TARSU criticando la scelta dell’Amministrazione
di aver approvato celermente il bilancio (ad agosto…potevano aspettare
dicembre) per salvare l’Estate Raffadalese (ricordo ai più che si chiama ora
Sagra dell’Estate).
A seguire un
elenco di richieste (8 punti) molto dettagliate, concrete e legittime.
In [2] la
partecipazione e l’interesse all’argomento è confermata dalla lunga lista di
commenti in cui si distinguono quelli del Consigliere Vinti, di Santino
Farruggia e di Francesco Romano.
Quest’ultimo
viene etichettato erroneamente da Giovanna Vinti come “Portavoce del Sindaco”.
L’errore glielo fa notare proprio Francesco Romano il quale tiene a specificare
che non ha potuto espletare quel ruolo per motivi strettamente personali e a
scanso di equivoci rimarca che comunque sarebbe stato a titolo assolutamente
gratuito.
Vorrei, invece,
fare notare che la gratuità di una prestazione (qualunque essa sia)
non rappresenta la regola (che difatti sarebbe il compenso per il lavoro).
Ed è proprio
nella corresponsione del compenso che si riconosce dignità al lavoro.
Pertanto
l’equivoco (almeno per me) sta tutto nella gratuità della prestazione che a quanto pare è divenuta prassi solo per
talune categorie (ad esempio per la figura del Direttore Artistico e per i Consiglieri
Comunali).
Ritornando al
TARES acronimo di Tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.
Esso deve coprire il 100 % del costo del
servizio di gestione rifiuti (raccolta, trasporto, smaltimento) e dovrà
finanziare anche i “servizi indivisibili” forniti dall'ente locale come
l’illuminazione pubblica, l'istruzione, la manutenzione delle strade, la
polizia locale, le aree verdi.
L’importo dovuto
per i servizi indivisibili, stabilito nella misura minima di € 0,30/mq, sarà
completamente devoluto allo Stato. Solo l'eventuale aumento di € 0,10, relativo
ai servizi indivisibili a partire dal 2014 sarà trattenuto dai comuni. (fonte: www.tuttotares.it).
Essa è già stata
superata dall’istituzione di una nuova SERVICE TAX (che però ne mantiene le
caratteristiche…in pratica muta la denominazione).
Iniziamo quindi
a chiederci un paio di cose.
Rispetto ai 30
c€/mq il Comune di Raffadali ha proposto degli aumenti? No.
È possibile
diminuire l’incidenza delle varie voci che compongono il Tributo?
Ad oggi si può
agire solo sulla voce RIFIUTI e gli effetti delle azioni vedrebbero luce solo
in anni successivi perché stiamo parlando della TARES 2013 (quindi i costi sono
noti e consolidati).
Si può agire sul
lato costo e sul lato base imponibile.
Sul lato costo
rimane (oggi ripeto) poco da fare.
Sul lato base
imponibile: sarebbe ora (finalmente) di rendere noti i risultati
dell’operazione A&G (tutt’altro che gratuita).
Si lamenta (da
parte di alcuni componenti de “L’altra Raffadali” ad esempio) una errata
consistenza delle attività censite (ovviamente in difetto rispetto al reale).
L’Amministrazione
in [3] ha fornito una articolata risposta corredata da innumerevoli cifre.
Proprio in [3]
l’Amministrazione tiene a specificare, sin dall’inizio, che appare opportuno
fare chiarezza perché “alcuni soggetti politici, a fini speculativi, stanno
tentando di strumentalizzare le difficoltà economiche dei commercianti e degli
artigiani raffadalesi“.
E qui si
dimostra la chiaroveggenza dell’Amministrazione.
Il riferimento
ai partiti (e quindi alla politica) de “L’altra Raffadali” è datato 17.02.2014
ben 10 giorni dopo la risposta del Comune sul TARES [3] (07.02.2014).
Cosa di potrebbe
fare per il futuro?
Ad esempio
l’Amministrazione potrebbe quantificare ogni voce di spesa dei cosiddetti
“servizi indivisibili” e iniziare a ridurne l’incidenza.
È stato chiesto
ciò da “L’altra Raffadali”?
Ovviamente le
proposte in [2] de “L’altra Raffadali” potrebbero trovare accoglimento da parte
dell’Amministrazione Comunale ma hanno il limite - più volte ricordato - di
analizzare una sola voce di spesa: i RIFIUTI.
Provate a fare
lo stesso per i “servizi indivisibili”.
COMITATO DOTTO
Solo un inciso.
“Ad Veritatem per Fidem, ad veritatem per
scientiam“[4].
Ora ditemi quale
comitato spontaneo nato per difendere le istanze dei vessati cittadini utilizza
frasi in latino.
Non è un forse
un primato da promuovere ed esibire?
SKIZOFRENIA DELLE TARIFFE
Chiudiamo il
ragionamento con un confronto fra quanto richiesto per il TARES e quanto
richiesto per GIRGENTI ACQUE.
TARES: si
richiede una verifica delle attività censite per allargare la platea imponibile
(pagare tutti per pagare meno) “atto a spalmare in maniera equa il costo del
servizio“ [2].
GIRGENTI ACQUE:
l’installazione dei contatori dell’acqua da parte di Girgenti Acque è comparso
come argomento solo in [6].
Premessa:
l’installazione dei contatori non significa nulla se non correttamente
collegata alle specificità tecniche dei contatori medesimi.
Difatti è
indubbio che l’installazione di apparecchiature volumetriche contabilizzanti
persino le portate d’aria e non i reali consumi idrici (pur trattandosi sempre
di fluidi) sarebbe una vessazione intollerabile.
Di contro dotare
le utenze di “giusti” contatori servirebbe per (utilizzando parole già
citate) “spalmare in maniera equa il
costo del servizio”.
È la natura
tariffaria che impone la quantificazione del servizio.
Se tale
richiesta è ammissibile per i RIFIUTI non può non esserlo per l’ACQUA.
UMILIAZIONE E MORTIFICAZIONE
A titolo
meramente personale.
Mi piacerebbe
conoscere le modalità con le quali l’Amministrazione ha umiliato e mortificato (vedi
[6]) il comitato “L’altra Raffadali”.
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