giovedì 15 maggio 2014
Il I maggio raffadalese ha vissuto quest’anno l’avvento di alcune
sfiziose novità.
Iniziamo dalla mattinata.
L’atmosfera era da “notte bianca”, ovunque ti giravi c’era entertainment.
Da bambino lo apprezzavo di più.
Divertito seguivo il bendato che doveva rompere le pentole di ceramica
con il bastone, l’arrampicata sul palo (insaponato a dovere) della Piazzetta
Europa, il tiro alla fune.
Seguivo questi giochi mattutini (all’epoca entertainment non era di moda) dopo essere passato dalla Camera del
Lavoro in cui venivano distribuite le bandierine rosse.
Col tempo alcune di queste “consuetudini” sono scomparse senza tuttavia
essere rimpiazzate da altre.
La scomparsa delle bandiere rosse si è avuta anche nel corteo pomeridiano
che muove da Piazza Progresso per ritornarvi dopo aver percorso le vie
cittadine.
In tempi recenti (più o meno un lustro fa) alcune novità si presentarono
tuttavia.
Personaggi fino ad allora poco o per nulla inclini a frequentare il
“tradizionale” corteo ne fecero parte (obtortocollo).
In quel periodo i nuovi arrivati si
spinsero a chiedere che non venissero suonati dalla banda (che precede il
corteo) quelli che oggi vengono definiti “i
canti del primo maggio”.
L’atteggiamento di queste new entry
è stato nel tempo skizofrenico.
Il primo maggio diveniva pertanto, e a seconda dei casi, una tradizione “orgoglio della Sicilia che lavora” per
poi essere bistrattato (nella tradizione intendo) con la rimozione (o con
l’intenzione di rimozione) di alcune appunto tradizionali consuetudini.
Va da sé che comunque qualcosa ha resistito a questo grande tillaru che ha arato Raffadali.
Elementi di novità si sono registrati l’anno scorso con la presenza in
corteo dell’arciprete Livatino ( presenza ripetuta nel 2014 con l’associazione
Libera).
Quest’anno le new entry - di
cui parlavo sopra - hanno pensato ad una assoluta novità. Non più bandiere e
canti inneggianti al “bianco fiore simbol
d’amore” ma fischietti.
Sarebbe stato bello godere di tali novità negli anni in cui questi gloriosi per volontà popolare erano alla
testa del corteo.
Meglio tardi che mai.
INFURIA LA BUFERA?
Quest’anno non ho potuto assistere all’intero comizio sindacale. Ho
seguito – tra l’altro solo parzialmente - la parte in cui parlava il Segretario
Cittadino della CGIL.
Non ho quindi potuto seguire il famoso intervento di Giacomo di
Benedetto.
A quanto pare è stato il contenuto, e la durata, di tale intervento a
creare le condizioni affinché la polemica indotta, multi provocatoria e multi provocata,
durante il corteo trovasse sfogo.
Non ho potuto assistere all’intervento del Sindaco in quel del I maggio ma
ho assistito ad un suo intervento durante la presentazione del libro “La Banda
Sacco” ed in quella occasione ho appurato che l’attitudine oratoria di Giacomo
lo porta a parlare della propria esperienza (si parlava di legalità).
Personalmente ho trovato quell’intervento piuttosto lungo e non completamente
sovrapponibile alla manifestazione in cui si era. Non si tratta di mettere in
discussione le parole del Sindaco, ciò che la sua amministrazione aveva fatto e
cosa si apprestava a fare. Semplicemente non mi sembrava un occasione adatta
per elencare, seppur in forma ragionata, tutte le azioni che questa
Amministrazione ha messo in campo per la legalità.
I fatti di cui parlava il Sindaco in quella manifestazione riguardavano –
esclusivamente - il periodo della propria sindacatura (da due anni a questa
parte). Nessuna menzione e nessun riferimento alle azioni che aveva o avrebbe
potuto intraprendere come segretario cittadino del PD e/o come deputato all’ARS
nel periodo in cui nella poltrona di primo cittadino a Raffadali sedevano
personalità a lui politicamente distanti.
Ritornando al I maggio 2014 ecco quindi i paladini della tradizione affermare che: “ci rimane questo I maggio fiore all’occhiello di questa amministrazione
e dei suoi sodali” (ricordo che tale termine da almeno un paio di anni è
coperto da copyright) per “dimostrare la
nostra profonda indignazione per come le cose vanno a Raffadali” e “quindi noi volevamo inscenare qualcosa, che
la Costituzione ci permette, un libero pensiero, una libera manifestazione
delle proprie idee”.
Le parole virgolettate sono di Santino Farruggia e sono tratte dalla
trasmissione “Speciale Interviste” andata in onda su AGTV il 02 maggio 2014.
Trasmissione in cui non si poteva fare a meno di notare la disuniformità
dell’arredamento.
Se fosse la Costituzione il metro di valutazione degli eventi accaduti
nel trascorso I maggio la questione sarebbe già di per sé risolta anzi non
sarebbe mai nata.
Non si capirebbe altrimenti perché alcuni secondo la nostra Carta possano
“inscenare..un pensiero, una libera
manifestazioni delle idee” ed altri no e non si capirebbe la polemica che
ha seguito la giornata del I maggio.
Stando così le cose non si tratta di ciò che dice la Carta Costituzionale
ma di una interpretazione autentica della stessa.
La realtà è molto più semplice e fa riferimento all’opportunità degli
atteggiamenti.
I paladini della tradizione ben
sanno che i fischietti nel corteo del I maggio non rappresentano una
consuetudine (avrebbero potuta innestarla loro questa novità magari in prima
fila due anni addietro) ma pretendono che il Sindaco, quello sì, sia rispettoso
delle tradizioni.
Paradossi nostrani.
C'é stato anche chi ha voluto manifestare il proprio dissenso nel rispetto della tradizione.
Attraverso la "parata" di un camion, Nino Vizzì ad esempio, ha rappresentato le recenti cronache politiche raffadalesi.
C'é stato anche chi ha voluto manifestare il proprio dissenso nel rispetto della tradizione.
Attraverso la "parata" di un camion, Nino Vizzì ad esempio, ha rappresentato le recenti cronache politiche raffadalesi.
Sempre in relazione alla trasmissione di AGTV diverso è il discorso fatto
da Silvio Cuffaro che ha difeso il proprio operato dinanzi agli attacchi
ricevuti durante il comizio facendo più volte uso di documenti (dandone anche
parziale lettura), minacciando querele e condendo il tutto con riferimenti ad
assessori, incarichi, indennità, AEG, Girgenti Acque.
Silvio Cuffaro chiede a gran voce, in alternativa alla querela, un
confronto televisivo carte alla mano con Giacomo Di Benedetto.
Perché non concederlo?
Finalmente potremmo capire qualcosa in più sulla vicenda AEG (tra l’altro
su questo verte l’intervento in trasmissione di Giovanna Vinti).
Intanto Silvio Cuffaro potrebbe mettere a disposizione della cittadinanza
il copioso carteggio portato in trasmissione......magari attraverso L’Altra
Raffadali.
P.S.: Una
richiesta di novità la vorrei fare anch’io per le prossime annate.
Individuare nella
mattinata uno spazio ed un tempo dove sia possibile parlare di “lavoro” con
personalità di spicco del mondo della politica, delle istituzioni e
dell’economia
Immagino ad un
evento nell’evento che possa servire anche da “promo” per la festa.
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